Le irruzioni dei minatori illegali nelle terre indigene Yanomami, in Brasile, causano devastazione, fame e malattie: nel 2023 morte oltre 300 persone, il 50% bambini sotto i quattro anni

Solo un piatto di cereali

A Yanomami child is fed a mix of rice and farofa by his mother while receiving healthcare in the ...
19 gennaio 2024

Influenza, malaria e malnutrizione. Sono le minacce più concrete alla sopravvivenza delle comunità indigene Yanomami, nel nord del Brasile. Nel cuore della foresta amazzonica, le loro terre sono messe in pericolo dalle continue irruzioni dei minatori illegali, i quali oltre alla violenza portano con sé malattie che risultano letali per questi gruppi ancestrali della zona a ridosso del confine col Venezuela. Lo testimonia un reportage dell’agenzia Reuters, a firma di Ueslei Marcelino.

Lo scorso anno il presidente Luiz Inácio Lula da Silva aveva parlato di una vera e propria crisi umanitaria e sanitaria nella regione: «Quello che ho visto è disumano», aveva detto dopo aver visitato un centro medico dell’area rurale di Boa Vista, nello Stato settentrionale di Roraima, dove vive gran parte degli Yanomami, il cui territorio è protetto dal 1992.

Avviata una campagna di “tolleranza zero” contro l’estrazione mineraria illegale — con una task force tra polizia federale e Istituto dell’ambiente e delle risorse naturali rinnovabili del Paese (Ibama) che aveva portato all’espulsione dalla zona dell’80% dei circa 20.000 minatori illegali — ora ambientalisti e difensori dei diritti umani lamentano che i progressi raggiunti negli ultimi mesi sono però in pericolo. Diminuita la pressione militare, riferiscono, i minatori in cerca d’oro sono infatti tornati a compiere nuove incursioni nelle terre degli Yanomami, nonostante le forze dell’Ibama continuino faticosamente e con disponibilità ridotte a cercare di mettere fuori uso pompe di drenaggio, mezzi e altre forniture dei minatori illegali, mentre la polizia indaga sui finanziatori dei traffici criminali.

Già nel 2023 il ministero della Salute brasiliano aveva registrato la morte per malattie, malnutrizione e violenza di oltre 300 Yanomami, il 50% bambini sotto i quattro anni. Rispetto al 2022 raddoppiati i decessi per malaria portata, secondo le ricerche, proprio dai minatori illegali. Le loro devastazioni e minacce armate hanno inoltre impedito agli Yanomami di piantare la manioca, alimento base insieme a selvaggina e pesci d’acqua dolce. È dunque aumentata la carenza di cibo. E accade così che nei centri medici, come quello di Auaris, non è difficile incontrare bambini Yanomami col ventre gonfio a causa proprio della malnutrizione. Li aspetta solo un piatto di cereali. (giada aquilino)