L’arte a volte ci insegna con la propria grazia, ma anche con sorprendente forza espressiva, il significato di alcune parole. Una di queste è “rispetto”, “respect” in inglese. Questo era il grido che venne inciso su milioni di vinili in tutto il mondo dall’indimenticabile Aretha Franklin in un brano che sarebbe poi rapidamente passato alla storia.
Figlia di un predicatore battista, Aretha aveva sin da bambina trascorso molto tempo in chiesa utilizzando il canto gospel come una via per veicolare insieme alla spiritualità le proprie emozioni e per affermare la propria identità. I grandi artisti soul hanno sempre avuto la capacità di scambiarsi, come in un’unica grande comunità, le canzoni e hanno saputo adattarle di voce in voce alla propria intima sensibilità. Così fece Aretha con un brano già reso celebre dall’illustre collega Otis Redding.
Il testo “collettivo” in cui spiccava la parola rispetto trovò nell’indimenticabile voce di Aretha un modo per farla risuonare in eterno nei cuori di chi si sarebbe disposto all’ascolto. Una voce che mi ricorda una frase. Un giorno lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun disse: «Ciascun volto è il simbolo della vita, e tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per se stessi».
Ho sempre immaginato Aretha Franklin impegnata su un palco a ricordare negli anni il bellissimo insegnamento suggerito dalle parole di Ben Jelloun. Lo ha saputo fare con gioia e con totale spirito di accoglienza. La stessa che ho avuto il privilegio di vivere nei giorni in cui ho passato del tempo con la magnifica redazione dell’«Osservatore di Strada». Un gruppo di donne e uomini che aiuta il prossimo a vedere con occhi nuovi la realtà e a guadagnarsi il rispetto per sé stessi. Un’esperienza che ha saputo rendere, come la voce di Aretha, indimenticabile e coinvolgente il significato di una parola di otto lettere: rispetto!
Intenzione di preghiera
Per il grido della terra
Preghiamo perché ciascuno di noi ascolti con il cuore il grido della Terra e delle vittime dei disastri naturali e dei cambiamenti climatici, impegnandosi in prima persona a custodire il mondo che abitiamo.
Papa Francesco: un pensiero al mese
La prima povertà dei poveri è essere esclusi dal dire la loro, esclusi dalla stessa possibilità di esprimere un pensiero considerato serio. Si tratta di dignità e rispetto, troppo spesso negati.
(Messaggio partecipanti al IV incontro annuale di “The Economy of Francesco”,
Assisi 6 ottobre, 2023)
Francesco Zippel