Spunti di riflessione

I doni più belli

 I doni  più belli  QUO-286
14 dicembre 2023

Già nel mese di ottobre sono comparsi i primi panettoni nelle pasticcerie. Gli esperti ritengono che il Natale invogli a spendere di più: perciò lo spalmano su più mesi possibili. E siccome il Natale è «una festa che offre sempre conforto e ragioni per celebrare», si approfitta per far aumentare i consumi.

Aveva ragione Lucio Dalla a cantare: «sarà tre volte Natale... ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno».

Dobbiamo, ad ogni costo, “sbloccare” questo Natale. Guai se non lo facciamo!

Il Natale di Cristo ha fatto della vita della Madonna una gioia e una festa. Lo stesso deve avvenire per noi. Questa festa può essere turbata da prove e sofferenze, ma non per questo deve cessare di essere un tempo di gioia e di fiducia.

Come è avvenuto in Maria — avete sentito il Vangelo — lasciamo che la luce del Natale ci penetri intimamente, ci trasformi, ci renda trasparenti. Lasciamo che il Natale ci trasformi in gioia. I cristiani sono i testimoni della gioia.

Dobbiamo far capire che il messaggio di Cristo è un messaggio di salvezza, non di condanna. A Natale si usa fare dei doni. Come cristiani abbiamo il dovere non di fare doni, ma di trasformarci in dono. Facciamo in modo che la nostra vita sia un dono per tutti.

Perché tutti gli uomini sono nostri creditori. Perché ciascuno di noi è debitore verso tutti gli altri. Riscopriamo il Natale autentico! Per questo mi permetto di fare un augurio a ciascuno di voi: in queste feste vi auguro di avere i due doni più belli: qualcuno da amare, e qualcuno che ti ama!

24 dicembre
IV Domenica di Avvento
Prima lettura: 2 Sam  7, 
1-5.8-12.14.16;
Salmo: 88;
Seconda lettura: Rm 16, 25-27;
Vangelo: Lc  1, 26-38.


Essere innocenti


«Sotto l’albero vorrei ritrovare l’innocenza». Era il titolo di un giornale che presentava la lettera a Gesù Bambino di una famosa scrittrice (Susanna Tamaro). Che scrive: «abbiamo perso lo stupore per l’esistenza».

Davvero occorre molta saggezza per essere innocenti! Il Natale di Gesù torna a ricordarci che se lo accogliamo nel cuore, possiamo tornare all’innocenza perduta.

Noi cerchiamo la felicità nell’eccesso, nella moltiplicazione del godimento, mentre si può trovare solo nelle piccole cose, nella semplicità e nella purezza di cuore. Aveva ragione un autore francese:  «La vera felicità costa poco; se è cara, non è di buona qualità» (François-René de Chateaubriand).

«A quanti lo hanno accolto — dice il Vangelo — ha dato il potere di diventare figli di Dio». Ritroviamo anche noi la limpidità, la lievità interiore, la luminosità serena, e gusteremo la vera gioia. Scriveva un filosofo danese: «L’innocenza non è una perfezione della quale si debba desiderare il ritorno. Desiderarla, infatti, significa che si è già perduta. E allora è un nuovo peccato perdere il tempo in desideri» (Søren Kierkegaard).

L’innocenza è pienezza e perfezione di vita, di fede e di amore. Per questo è un dono, una grazia di cui tutti abbiamo bisogno. È la grazia che possiamo chiedere a Dio in questo Natale.

È solo aprendoci a Dio, alla sua luce e alla sua azione, che il nostro cuore tornerà ad essere innocente, puro e trasparente  come una sorgente.

25 dicembre
Natale del Signore
Prima lettura: Is 52, 7-10;
Salmo: 97;
Seconda lettura: Eb 1, 1-6;
Vangelo: Gv 1, 1-18

di Leonardo Sapienza