20 novembre 2023
«Di vivi che non sanno vivere e morti che non vogliono morire» è questa la storia senza fine che Pupi Avati, da oltre quarant’anni, strappa dalla distrazione dei tempi e alla noia del vivere, riconsegnandocela, intatta, antica, bambina. Ogni sua uscita è, per molti di noi, un campanello che annuncia la visita di un amico, ed è bello aprirgli, attenderlo sul pianerottolo. «Di rendere verosimile l’inverosimile» mi dice, come una speranza che diventa argomento, circa il suo ultimo romanzo L’orto americano (Milano, Solferino, 2023, pagine 176, euro 16). «Le storie sembrano sparite, la gente ormai scrive d’altro, qualunque cosa serva ad eludere una storia sembra andare bene. Il racconto di una vicenda, magari scritto anche benino, sembra ormai una pratica poco chic, quasi da folli — dice Avati ...
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