«Io, noi e Gaber» di Riccardo Milani

Parole importanti
con la leggerezza del sorriso

 Parole importanti  con la leggerezza del sorriso  QUO-264
17 novembre 2023

Doveva rimanere nelle sale cinematografiche solo tre giorni, invece il docufilm di Riccardo Milani su Giorgio Gaber è diventato un evento a cui tutti vogliono partecipare, con file ai botteghini come non si vedevano da tanto. Da qui la decisione di riproporlo nei cinema a dicembre.

Il documentario è un viaggio lungo la carriera artistica di Gaber: dagli esordi nei locali di Milano al rock con Adriano Celentano, dal sodalizio artistico mai finito con l’amico Jannacci ai duetti con Mina, dagli anni della popolarità televisiva al teatro, con l’invenzione, insieme a Sandro Luporini, del Teatro Canzone, espressione del suo impegno politico e culturale. Girato tra Milano e Viareggio, nei luoghi cari a Gaber, attraverso interviste ai familiari, l’amato nipote Lorenzo Luporini e la figlia Dalia Gaberscik, a chi lo ha conosciuto bene, da Ricky Gianco a Gino e Michele, a Sandro Luporini, a Gianni Morandi, Mogol e Michele Serra, ma anche a colleghi con cui ha lavorato o che semplicemente lo hanno apprezzato, il documentario di Milani ci restituisce un personaggio importante della storia d’Italia. Un artista che ha insegnato ad intere generazioni a guardare la realtà con occhi diversi, ad interrogarsi, a pensare che «libertà è partecipazione» e che «la strada è l’unica salvezza». Un intellettuale “vero”, dice all’Osservatore Romano il regista, che ha dato tanto al nostro Paese. «Non scriveva libri — aggiunge Milani — cantava, ma nelle sue canzoni diceva cose importanti che arrivavano a tutti, come raramente accade. Gaber, con i suoi spettacoli, ha portato avanti un’operazione di etica diffusa, ci ha insegnato l’importanza di valori etici e sociali». Raccontarlo «per me è stato soprattutto un modo per ringraziarlo per tutto quello che mi ha dato e, soprattutto, ha dato a tutti noi. È stata una voce importante per tutti — aggiunge il regista — anticipando tutto quello che in questi decenni si è avverato, prevedendo che l’ideologia del mercato avrebbe schiacciato tutte le altre. Per questo, tra le rarissime certezze della vita, ce n’è sicuramente una: Gaber ci serve ancora e ci serve adesso».

La risposta del pubblico, che in sala a fine proiezione applaude e si commuove, lo dimostra. «C’è una grande necessità di valori morali, di alzare la testa da una routine quotidiana che ci schiaccia, di guardarci intorno», dice ancora il regista che ama puntare la macchina da presa sulle «belle persone». Lo ha già fatto con Nel nostro cielo un rombo di tuono il documentario su Gigi Riva, realizzato nel 2022 che racconta il grande calciatore, ma si addentra anche nella sua dolorosa vita personale ed è un omaggio a un campione e ad una delle figure più positive del calcio italiano e del nostro Paese.

Ma tornando a Io, noi e Gaber che si avvale del prezioso lavoro di montaggio di Francesco Renda, Milani conclude: «Ora forse più di allora c’è bisogno di persone come Gaber, portatori di valori, che ci hanno insegnato il senso di comunità, che fanno emozionare, che guardano le cose con obiettività, che dicono le cose giuste. Il successo del film dimostra che la gente ha bisogno di valori e i politici di oggi dovrebbero farci i conti».

di Anna Lisa Antonucci