Pregare per la pace
ovunque c’è guerra

A Palestinian woman gestures as she explains how her home was destroyed duing the Israeli ...
16 novembre 2023

Non solamente l’Ucraina, Israele e la Palestina; un altro tassello si aggiunge al mosaico dei Paesi i cui popoli soffrono a causa di conflitti che Francesco ricorda nella preghiera: il Sudan, «da diversi mesi in preda a una guerra civile». Il Papa ne ha parlato all’Angelus di domenica scorsa, evocando le «numerose vittime», i «milioni di sfollati» e la «gravissima situazione umanitaria» nello Stato africano. Da qui l’«accorato appello ai responsabili locali, affinché favoriscano l’accesso degli aiuti» e ricerchino «soluzioni pacifiche». Le stesse auspicate per «palestinesi e israeliani. Li abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro», assicura. «Le armi si fermino — ha implorato — e il conflitto non si allarghi! Basta, fratelli, basta!», è stato il suo grido, insieme con l’auspicio che «a Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari» alla «popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini», perché — ha chiarito — «ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, è sacro, prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace». Ecco allora l’invito a pregare e lavorare senza stancarsi «perché il senso di umanità prevalga sulla durezza dei cuori», in Medio Oriente, come anche nella martoriata Ucraina. Intenzioni di pace poi rilanciate all’udienza generale di mercoledì 15, quando Francesco ha chiesto che «ogni giorno, qualcuno si prenda qualche tempo per pregare per la pace dovunque c’è guerra».