Spunti di riflessione

Impariamo a rischiare

 Impariamo   a rischiare  QUO-257
09 novembre 2023

Tanto per farci un’idea: un talento equivale a ventisei chili d’oro. Ma Gesù usa questa immagine per far vedere i talenti, le doti, le capacità che affida a ciascuno di noi.

Sono doni suoi che noi siamo chiamati a sviluppare, per presentarli a lui moltiplicati per il bene nostro e la felicità di chi ci sta vicino. Ognuno di noi deve approfittare delle occasioni che la vita presenta, per compiere qualcosa di bello, di nuovo, di buono, di utile.

Dio non ci chiama a conservare, a difendere, a tutelare. Piuttosto, pretende che spendiamo i suoi doni, li impieghiamo in opere di pubblica utilità, li usiamo a vantaggio degli altri.

Non sopporta i conservatori! Ci vuole creativi, intraprendenti, non pigri, passivi... Non possiamo sotterrare in una buca la vita, per troppa paura di sbagliare.

Non possiamo mettere da parte la libertà, perché troppo impegnativa. Non possiamo mortificare l’intelligenza e la fantasia, per paura che ci porti troppo lontano. Non possiamo chiudere il cuore, per non correre troppi rischi. Non possiamo nascondere la fede, per rispetto umano.

E l’elenco potrebbe essere ancora lungo... Offriremmo uno spettacolo deprimente, se nascondessimo sotto terra tutti i doni di Dio; se soffocassimo tutto il bello che abbiamo. Dio ci ha fornito le mani per darci da fare; e noi le usiamo per scavare una buca! Impariamo a rischiare! Tutto è rischio ciò che è vita! «Sulla terra l’essere che corre meno rischi è l’essere più vicino al nulla: chi non rischia nulla, è nulla» (Gustave Thibon).

di Leonardo Sapienza


Il Vangelo in tasca

Domenica 19 novembre, xxxiii del Tempo ordinario
Prima lettura: Pr 31, 10-13.19-20.30-31;
Salmo: 127;
Seconda lettura: 1 Ts 5, 1-6;
Vangelo: Mt 25, 14-30.