Il progetto «Università in carcere» realizzato dall’ateneo di Roma Tor Vergata
nelle case circondariali di Rebibbia e di Viterbo
A colloquio con Juan Dario Bonetti, laureatosi durante il periodo di detenzione

Una porta verso il mondo

 Una porta  verso il mondo   QUO-255
07 novembre 2023
«Cosa direi oggi ai detenuti? Di studiare, perché studiare significa prima di tutto mettersi in discussione. Significa sradicare dal proprio modo di pensare certe strutture mentali per poter affrontare la vita in modo diverso». Ne è convinto Juan Dario Bonetti, 50 anni, italo-argentino, che la laurea in Lettere e Filosofia l’ha presa proprio all’interno del carcere di Rebibbia dove è stato recluso nella sezione di Alta sicurezza. «Mi sono laureato nel 2017, con una tesi di Antropologia culturale, la scelta più importante che potessi compiere», racconta Bonetti, oggi uomo libero, a «L’Osservatore Romano». «La decisione di studiare — continua — l’ho presa, al tempo, perché mi sembrava un modo per evadere, impegnare il tempo. Dopodiché mi sono davvero ...

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