Giornata di preghiera e digiuno per la Terra Santa

Uniti per invocare la pace

 Uniti per invocare la pace  QUO-239
17 ottobre 2023

«La preghiera è la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo e della guerra»: con queste parole, domenica scorsa all’Angelus, Papa Francesco ha invitato tutti i credenti ad unirsi alla giornata di preghiera e digiuno della Chiesa in Terra Santa, prevista per il 17 ottobre. Un invito accolto da tante diocesi del mondo, che guardano con preoccupazione e dolore a quanto sta accedendo nella Terra di Gesù. Lì le piccole comunità cristiane si uniscono oggi in una comune supplica per la pace, secondo diverse iniziative delle comunità religiose di Israele e Palestina.

Al nord, a Nazaret, si è iniziato questa mattina alle 8.00 con la messa davanti alla grotta dell’Annunciazione, seguita dalla recita del Rosario, dell’Angelus e della corona della Divina Misericordia. Questa sera Rafiq Nahra, vicario patriarcale per Israele e vescovo ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme, presiederà la santa messa.

Nella parrocchia latina di Sant’Antonio a Giaffa, al centro del Paese, le celebrazioni saranno in arabo e in inglese, per permettere alle comunità di migranti di partecipare. Alla preghiera dell’Ora Santa — meditazione sull’agonia di Gesù nell’Orto degli Olivi — seguirà la santa messa.

Anche in Palestina, a Betlemme, i parrocchiani si riuniranno questo pomeriggio nella parrocchia di santa Caterina alla Natività, per pregare per la pace e per tutti coloro che stanno soffrendo a Gaza.

A Gerusalemme il patriarca di Gerusalemme dei latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, presiederà un’adorazione eucaristica alle 18.00 nella chiesa pro-cattedrale della città vecchia. Poco distante, nella parrocchia di San Salvatore, pregheranno anche i frati minori della Custodia di Terra Santa, riuniti davanti al Santissimo Sacramento, già dalle 12.30. Sul monte Sion, sempre a Gerusalemme, i monaci benedettini dell’abbazia della Dormizione sono impegnati in una preghiera di 24 ore, iniziata dalla mezzanotte.

In queste ore di dolore, la comunità cristiana di Gaza si stringe nella parrocchia latina della Sacra Famiglia, dove sono ospitati almeno 500 sfollati, e in quella greco-ortodossa di San Porfirio. Ieri sera suor Nabila Saleh, della Congregazione delle suore del Rosario di Gerusalemme, scriveva al Sir: «Stanno bombardando e stiamo andando in chiesa a pregare. Solo lì ci sentiamo al sicuro, vicino a Gesù».