La dichiarazione dell’arcivescovo Caccia all’Onu

Famiglia, vita ed educazione cruciali per proteggere
i bambini

 Famiglia,  vita ed educazione cruciali per proteggere i bambini  QUO-231
07 ottobre 2023

Qualsiasi discussione sui diritti dei minori «deve essere collegata alla famiglia», unità naturale e fondamentale della società, alla salvaguardia della vita e all’importanza dell’educazione, anche digitale, nell’ottica del «rispetto della dignità» dei più piccoli. Lo ha evidenziato l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, in una dichiarazione resa ieri all’Onu di New York sul tema della promozione e della protezione dei diritti dei bambini.

Ricordando quanto più volte messo in luce dal Papa, monsignor Caccia ha sottolineato come siano necessarie «misure di sostegno e rafforzamento della famiglia», perché una società che promuove la protezione del bambino favorisce il «benessere» del nucleo familiare. Al contempo lo sviluppo dei figli è «strettamente» legato alle risorse che le famiglie hanno a disposizione per loro. Per questo, ha proseguito, la politica dovrebbe favorire programmi che «sostengano e integrino le madri e i padri», piuttosto che «sostituirli».

In un momento in cui la medicina è in grado di fornire cure salvavita ai bambini non ancora nati, ha osservato poi monsignor Caccia, essa viene però utilizzata anche «per porre fine alle vite di circa 73 milioni di loro ogni anno attraverso l’aborto», come riportano i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, o mediante «la selezione prenatale del sesso e l’aborto eugenetico».

«La selezione genetica — ha continuato — avviene inoltre attraverso lo screening degli embrioni utilizzati nella riproduzione assistita»: si tratta di una tecnica che, «soprattutto nella forma della maternità surrogata, riduce il bambino a un mero oggetto da usare per soddisfare i desideri degli adulti, anziché a un dono da accogliere e custodire», ha aggiunto l’osservatore permanente parlando a tale proposito di pratiche «incompatibili» con il rispetto della dignità e dei diritti del bambino.

La riflessione di monsignor Caccia si è estesa anche all’accesso sicuro dei più piccoli a «un mondo molto più tecnologico» rispetto al passato, tenendo presenti i rischi e i pericoli ad esso connessi, dallo sfruttamento e traffico di minori agli abusi, anche sessuali.

Reiterata, da parte della Santa Sede, la condanna «con la massima fermezza» alla produzione, alla distribuzione e all’uso della pornografia infantile, con una preoccupazione particolare per i bambini, vittime dirette di tale piaga, i quali sempre più spesso nel mondo digitale hanno accesso pure a quella per adulti. Il presule ha messo in evidenza come si noti altresì che, con il progredire della tecnologia, «i software generativi consentono la creazione di immagini simulate di abusi sessuali su minori», andando ad alimentare ulteriormente la domanda e il mercato criminale. Per questo rimane «essenziale» una educazione digitale corretta.