Bailamme

Un assurdo logico
che fa sorridere

 Un assurdo logico che fa sorridere  QUO-230
06 ottobre 2023

Jorge Luis Borges, in Altre Inquisizioni, scrive di un improbabile dottor Franz Kuhn che avrebbe trovato nelle «remote pagine di un’enciclopedie cinese», una classificazione degli animali organizzata in «(a) appartenenti all’Imperatore, (b) imbalsamati, (c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s’agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche».

La prima impressione che si ricava dalla lettura del brano è di ammirazione per la capacità che l’autore argentino dimostra ancora una volta nel costruire un assurdo logico in grado di farci sorridere. Come spesso capita quando ci si trova di fronte all’opera di grandi artisti la questione è ben più profonda. La classificazione riferita dal dottor Franz Kuhn costituisce una critica radicale allo scientismo, alla pretesa di ingabbiare l’esistente in una categorizzazione aristotelica onnicomprensiva. Borges non scherza affatto quando propone attraverso un artificio letterario una classificazione degli animali aperta anziché chiusa, onnicomprensiva perché libera, non finalizzata ad una conoscenza pratica, ma ad una comprensione sapienziale dell’esistente. L’elenco poetico va oltre i confini posti da Linneo e si dimostra capace di raccontarci sugli animali e sul rapporto che possiamo avere con loro molto più di quanto non dica la classificazione, pure scientificamente meritoria, del naturalista svedese.

Il mondo è ben più vasto, articolato e sorprendente di quanto siamo abituati a credere: basta sollevare appena il leggero strato di conoscenze umane che abbiamo steso a ricoprirlo per non essere abbagliati dalla sua magnificenza, per trovare grandezze, e miserie, insospettabili, tenerezze e ruvidità che risvegliano sogni, ambizioni, propositi, affetti e rimpianti. Tutti celati nelle pieghe di una realtà che l’uomo a volte tende a conoscere, e possedere, con violenza, divenendo incapace di soffermarsi sugli animali «disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello». 

di Sergio Valzania