Sinodo: il briefing quotidiano in Sala stampa

 Il briefing quotidiano in Sala stampa  QUO-229
05 ottobre 2023

«Fermarsi. Ascoltarsi. È una sfida che merita di essere raccontata. È la prima novità di questo Sinodo». Lo ha detto Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione e presidente della Commissione per l’informazione dell’Assemblea, nel briefing con i giornalisti che ha avuto inizio alle 14.20 di giovedì 5 ottobre, nella Sala stampa della Santa Sede.

Sheila Peres, mozambicana, Communications Officer della Southern African Catholic Bishops’ Conference, segretaria della Commissione per l’informazione, ha presentato con Ruffini, la metodologia di lavoro sinodale, in particolare dei circoli minori. Anche attraverso alcune slides.

«Gli altri membri della commissione per l’informazione verranno eletti lunedì mattina» ha fatto presente il prefetto. «Ieri avete potuto seguire interamente la prima giornata» ha detto ai giornalisti. «Oggi, come sapete, sono iniziati i circoli minori, che per il loro carattere fanno parte di quei momenti che vanno preservati nella loro confidenzialità». E «il Papa ha spiegato ieri il perché» ha ricordato il prefetto: «Per dare priorità all’ascolto degli altri e dello Spirito Santo. Per prendersi una pausa rispetto al frastuono in cui siamo immersi. Per discernere, facendo digiuno della parola pubblica».

«Questo digiuno non implica che voi non abbiate di che scrivere» ha spiegato Ruffini ai giornalisti. «Semmai la notizia è proprio qui. In questa sospensione del tempo. In questo silenzio a suo modo assordante perché totalmente altro dalla routine della parola pubblica, assuefatta allo stereotipo del botta e risposta».

In realtà «la notizia è nel modo in cui una istituzione così grande come la Chiesa si conceda un momento di discernimento comune nel silenzio, nell’ascolto, nella fede, nella comunione e nella preghiera. La notizia è in questo digiuno, in questo fermarsi». Il Sinodo, ha aggiunto rispondendo a una domanda, è «un corpo», è «esperienza di condivisione» che vuole «prendersi il tempo per discernere». Il cammino sinodale proseguirà nel discernimento e non ci si debbono aspettare decisioni perché siamo «a metà» di un percorso, in «un processo che garantisce a tutti di esporre il proprio punto di vista» e «arrivare a un consenso nella comunione».

Il prefetto ha voluto riproporre le parole del Papa e cioè che il Sinodo «è un metodo che può aiutare il mondo, non solo la Chiesa, su altri fronti, su altre questioni» a cominciare da «guerra e crisi climatica», come scrive il Papa nella esortazione apostolica Laudate Deum pubblicata ieri.

Riguardo proprio ai circoli minori, appena iniziati, è stato confermato che c’è stata una riunione stamattina e ce ne sarà una altra oggi pomeriggio. Domani le riflessioni confluiranno nella congregazione generale. E sabato le riflessioni della congregazione generale torneranno nei circoli minori. La composizione di questi gruppi, poi, varierà a ogni modulo, consentendo così a ciascuno di interagire con un numero più ampio di partecipanti. In questo modo saranno condivisi punti di convergenza e di divergenza, tensioni emerse e domande che restano aperte, intuizioni e proposte in merito a passi concreti da intraprendere in relazione alle diverse questioni affrontate.

Stando ai numeri 32-42 dell’Instrumentum laboris, in particolare, in un primo giro ciascun componente del gruppo prende la parola, portando il proprio contributo con un intervento della durata massima di quattro minuti, che potrà anche essere consegnato alla Segreteria generale. In un secondo giro ciascun componente del gruppo esprime «che cosa durante l’ascolto lo ha toccato più profondamente e da che cosa si sente interpellato con più forza» (Instrumentum laboris, numero 38). Infine un terzo tempo sarà dedicato a raccogliere i frutti, elaborando una prima bozza di Resoconto e selezionando al suo interno i punti più significativi e soprattutto le domande e le proposte che il gruppo ritiene importante sottoporre all’Assemblea nell’intervento che uno dei componenti farà nella successiva Congregazione generale. Una bozza di Resoconto sarà poi riletta ed emendata alla luce dello scambio in Assemblea plenaria. Dopo l’approvazione il Resoconto sarà consegnato alla Segreteria generale.

Il prefetto ha reso note le domande e le indicazioni per il discernimento che stanno guidando la riflessione. A cominciare dall’interrogativo principale: «A partire dal cammino della Chiesa locale da cui ciascuno proviene e dai contenuti dell’Instrumentum laboris, quali segni distintivi di una Chiesa sinodale emergono con maggior chiarezza e quali hanno bisogno di essere maggiormente riconosciuti, evidenziati o approfonditi?». Sono 8 gli «spunti per la preghiera e la riflessione preparatoria». Il primo pone l’accento sul percorso sinodale nella Chiesa da cui ciascuno proviene e il tono spirituale prevalente che lo caratterizza. Condividendo emozioni e sentimenti e anche i desideri che ha acceso nella comunità cristiana e le preoccupazioni emerse.

Il secondo spunto suggerisce di verificare in che modo è possibile crescere in uno stile sinodale della celebrazione liturgica, che dia evidenza al contributo peculiare di tutti i partecipanti, a partire dalla varietà di vocazioni, carismi e ministeri.

Nel terzo spunto la proposta è di guardare come in ciascuna Chiesa locale è stato utilizzato e adattato il metodo della conversazione dello Spirito: quali sono i principali frutti che ha consentito di cogliere e in che modo potrà continuare ad aiutare a crescere come Chiesa sinodale missionaria.

La capacità di imparare ad ascoltare come caratteristica di una Chiesa sinodale è al centro del quarto spunto. Con una domanda su quali risorse si possiedono e quali sono invece le carenze. In sostanza: in che modo la capacità di ascolto può diventare un tratto sempre più riconosciuto e riconoscibile delle nostre comunità?

«Una Chiesa sinodale promuove il passaggio dall’“io” al “noi”» (Instrumentum laboris, numero 25) è al punto cinque. Si tratta di valutare in che modo il Sinodo ha promosso la coesione della Chiesa locale e ha aiutato a sperimentare «il piacere spirituale di essere popolo» (cfr. Evangelii gaudium, numeri 268-274).

Il sesto spunto riguarda l’incontro, durante il cammino sinodale, con rappresentanti di altre Chiese o Comunità ecclesiali ma anche con credenti di altre religioni. Il suggerimento è di prendere in considerazione il tono spirituale di questi incontri, la possibilità di imparare «in vista di crescere nel desiderio e nella capacità di camminare insieme».

Le tensioni emerse nella Chiese locali sono l’argomento del settimo spunto. E l’ottavo spunto chiede di considerare le esperienze di discernimento compiute in comune.

Infine, particolarmente significativo il messaggio che da Assisi — la città di san Francesco, proprio nel giorno della sua memoria, e di santa Chiara — il vescovo Domenico Sorrentino ha fatto giungere ieri ai padri sinodali: «Dieci anni fa, il 4 ottobre 2013, parlando nella sala della Spogliazione, Papa Francesco disse che la Chiesa di deve spogliare della mondanità spirituale per rivestirsi di Cristo e del suo Vangelo. Era un modo di tradurre per il nostro tempo quanto, otto secoli fa, il Crocefisso di San Damiano chiese al santo di Assisi: “Francesco, va’, ripara la mia casa”. Sono sicuro che siate d’accordo che l’urgenza più grande, la riforma più vera, è quella di fare di Gesù la nostra passione, il nostro amore, il nostro tutto».