Colleen, Pietro e Anna La “ribellione” pacifica degli “scartati”

La luce di ottobre in Canada

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30 settembre 2023

È impossibile non far caso a Colleen mentre cammina su e giù per la strada. Per molte ragioni, ma innanzitutto per il suo passo lento, molto lento. Colleen ha il morbo di Parkinson e, proprio per questo, una passeggiata di cinque minuti diventa per lei una camminata di venti. Si aiuta con un deambulatore che le permette di riposare ogni tanto, quando si sente troppo stanca.

Anche i segni fisici della malattia, a volte, non passano inosservati. Ci sono giorni in cui le medicine non l’aiutano e allora il tremore delle mani diventa molto evidente. Anche la tazza di tè che ha in mano si agita in modo incontrollabile.

Ci sono però anche altre ragioni per le quali Colleen non può passare inosservata. Ha una postura aristocratica e un’eleganza naturale che non allontana le persone, ma le invita all’incontro e al dialogo. Chi le si avvicina scopre una persona molto istruita, che parla inglese con grande charme. È stata un’insegnante di inglese e, si può dire, che non ha mai smesso di esserlo. Insegnava ai bambini non solo la lingua inglese, ma anche il rispetto e la libertà. Questo è esattamente ciò che chiunque sperimenterebbe incontrando Colleen: la dignità di essere umano.

Colleen è conosciuta, amata e rispettata da tutti nel quartiere. La gente chiede di lei quando, a causa delle sue terribili emicranie, non la vede uscire di casa. Questo, però, non è il quartiere in cui viveva quando era un’insegnante. Tutto è cambiato dopo che le è stato diagnosticato il Parkinson. Ha perso tutto: il lavoro, gli amici e lo stile di vita che aveva prima.

Colleen sa cosa significa essere “buttati via” e sentirsi come uno straccio vecchio che non serve più. La malattia l’ha resa improduttiva e di conseguenza indesiderata. «Tutti mi hanno abbandonato quando mi sono ammalata. Tutti i miei amici. Non potevo crederci quando è successo. Non sapevano più come rapportarsi con me. Non rientravo più nel loro mondo perfetto. Il mio stato economico è cambiato: sono diventata povera. Ho sperimentato una solitudine di cui non conoscevo l’esistenza. Alla fine sono stata gettata e seppellita dove altre persone vengono dimenticate: in un’unità abitativa sovvenzionata insieme a coloro che sono indesiderati dalla società, persone con problemi di salute mentale e dipendenze. Ma è stato qui che ho scoperto cosa significa essere umani. Tutte queste persone, con un milione di problemi, si preoccupavano davvero di me. Questo mi ha riportato indietro dal mio abisso di abbandono. Queste persone mi hanno insegnato ad amare la vita così com’è. Mi hanno riportato alla vita. Loro, proprio queste persone con un milione di problemi, dimenticate dalla società».

In Canada, la luce di ottobre è diversa e mostra la realtà in un modo diverso, in un modo pieno di speranza. Non è troppo luminosa e non è troppo invadente.

Colleen ama questa luce calda e gentile di ottobre in Canada. Ci rivela l’umiltà e il candore della nostra esistenza, che il più delle volte non riusciamo a vedere.

È un mistero come Colleen sia diventata la “luce di ottobre” per le persone che la circondano, dopo aver sperimentato il buio dell’abbandono. Ma questo è il mistero della vita che ci porta a sperimentare sia l’oscurità che la luce in modi imprevedibili. Il mistero della vita che si rivela, come ci insegna Colleen, nella dignità dell’essere umano.

di padre Nicolaie Atitienei