L’appello della Pontificia Commissione per la tutela dei minori
in occasione del Concistoro e del Sinodo dei vescovi

Fare di più contro gli abusi

 Fare di più contro gli abusi  QUO-223
28 settembre 2023

In occasione del Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, il 30 settembre, e a pochi giorni dall’apertura della xvi assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, il 4 ottobre, la Pontificia Commissione per la tutela dei minori lancia un appello all’azione sul tema di sua competenza. Tre le piste indicate: la solidarietà, esortata nei confronti delle vittime e dei sopravvissuti, alla luce delle continue rivelazioni di abusi, l’intensificarsi da parte dei leader della Chiesa dell’impegno e delle risorse per promuovere la tutela dagli abusi in ogni luogo, la presa di coscienza che la tutela rappresenta una priorità nel Sinodo sulla sinodalità.

«Esprimiamo — si legge nel documento diffuso ieri, 27 settembre — il nostro profondo dolore e la nostra incondizionata solidarietà, prima di tutto, alle vittime e ai sopravvissuti di tanti crimini ignobili commessi nella Chiesa. Ogni giorno sembra portare nuove prove di abusi, nonché di insabbiamento e di gestione inappropriata da parte della leadership ecclesiastica in tutto il mondo. Ogni abuso — prosegue il testo — comporta l’angoscia e il dolore di un terribile tradimento, non solo da parte dell’abusante, ma anche da una Chiesa incapace o addirittura non disposta a fare i conti con la realtà delle sue azioni».

«Siamo profondamente scossi — si legge ancora — dall’immensa sofferenza, dal dolore persistente e dalla ri-vittimizzazione vissuta da così tante persone, e condanniamo inequivocabilmente tali crimini — e la loro impunità — perpetrati contro molti dei nostri fratelli e sorelle. Ribadiamo il nostro fermo impegno a lavorare per garantire, per quanto possibile, che tali atti abominevoli e riprovevoli siano eradicati dalla Chiesa».

La nota continua parlando dei recenti casi resi pubblici che «evidenziano tragiche carenze nelle norme destinate a punire gli abusanti, come pure ad assicurare la corretta gestione da parte di coloro che hanno il dovere di affrontare questi misfatti. Siamo molto in ritardo — si riconosce — nel correggere le lacune nelle procedure, che lasciano le vittime ferite e all’oscuro sia durante che dopo che i casi sono stati decisi. Continueremo a studiare attentamente ciò che non funziona e ad insistere affinché si provveda ad apportare i necessari cambiamenti, di modo che tutti coloro che sono stati colpiti da questi atroci crimini abbiano accesso alla verità, alla giustizia e alla riparazione. Ci impegniamo — si sottolinea — anche ad utilizzare il nostro ruolo per sollecitare gli altri rappresentanti della Chiesa che hanno la responsabilità di affrontare questi crimini, affinché adempiano efficacemente alla loro missione, riducano al minimo il rischio di ulteriori trasgressioni e garantiscano un ambiente rispettoso per tutti».

Ricordando che sono trascorsi quasi cinque anni dal summit del 2019 sulla protezione dei minori, che ha riunito i leader della Chiesa di tutto il mondo, il documento afferma che «permangono profonde frustrazioni in particolare tra coloro che cercano giustizia per i torti subiti: nessuno dovrebbe essere costretto a implorare giustizia nella Chiesa. La resistenza inaccettabile che persiste indica una scandalosa mancanza di risoluzione da parte di molti, nella Chiesa, spesso aggravata da una seria carenza di risorse». Riferendosi all’imminente Concistoro, il testo continua sottolineando che, «come modello di coraggioso proprio sacrificio, la creazione di nuovi cardinali è un momento opportuno per la riflessione, il pentimento e il rinnovo del nostro impegno indissolubile a proteggere e difendere i più vulnerabili, utilizzando tutti i mezzi possibili. Facciamo appello a tutti coloro che sono uniti nel sacro Collegio affinché ricordino le vittime e le loro famiglie e includano, come parte del loro giuramento di fedeltà, un impegno a rimanere fermi nell’onorare coloro che sono stati colpiti da abusi sessuali, unendosi a loro nella comune ricerca della verità e della giustizia. Tutti i vescovi e i superiori religiosi dovrebbero fare eco a questo impegno. Insieme a tutti coloro che hanno subito un abuso e le conseguenze da esso derivanti, diciamo: “Basta!”».

Un momento importante per promuovere questi sforzi «si colloca — afferma la nota — nel prossimo Sinodo sulla sinodalità. La realtà degli abusi sessuali nella nostra Chiesa va al cuore dell’agenda del Sinodo». La richiesta degli autori del documento ai padri sinodali è che «l’abuso sessuale nella Chiesa permei le vostre discussioni quando affrontate insegnamento, ministero, formazione e governance. Come comunità dei riconciliati, il sacro culto della Chiesa dovrebbe trovare anche un’adeguata inclusione ed espressione di questo fallimento così intimo della Chiesa stessa. Anche se a volte può sembrare un insieme scoraggiante di domande da affrontare, vi preghiamo di unirvi nel fronteggiare la sfida affinché si possa affrontare la minaccia posta dagli abusi sessuali alla credibilità della Chiesa nell’annunciare il Vangelo».

Il comunicato si conclude con una serie di esortazioni a dedicare, fra l’altro, «tempo e spazio significativi per integrare la testimonianza delle vittime/sopravvissuti» nei lavori sinodali, come pure a lavorare perché i ministeri della Chiesa diventino al più presto «luoghi di accoglienza, empatia e riconciliazione per coloro che sono stati colpiti dagli abusi» per arrivare al «giorno in cui tutti i bambini saranno protetti da politiche e procedure di sicurezza adeguate, conosciute e consolidate. Vi esortiamo a lavorare verso questi obiettivi, attesi da tempo: non solo per uno o due giorni durante il vostro incontro, ma durante l’intero processo sinodale. Il loro raggiungimento — conclude il testo della Pontificia Commissione per la tutela dei minori — sarà un segno distintivo del successo del Sinodo, un segno che stiamo camminando con i feriti e i dimenticati come discepoli dell’unico Signore, alla ricerca di una via migliore».