La soluzione non è respingere i migranti ma assicurare un’accoglienza equa da parte del continente europeo
«La storia ci interpella a un sussulto di coscienza per prevenire il naufragio di civiltà». È risuonato forte e accorato il monito di Papa Francesco di fronte ai vescovi e ai giovani riuniti stamane nel Palais du Pharo, il complesso architettonico sul promontorio della costa di Marsiglia affacciato su quel Mediterraneo che «il grido soffocato dei fratelli e delle sorelle migranti» sta trasformando oggi da mare nostrum a mare mortuum, «da culla della civiltà a tomba della dignità». Il Pontefice ha partecipato alla sessione conclusiva dei “Rencontres Méditerranéennes” — l’iniziativa che quest’anno vuole riunire in un «mosaico di speranza» popoli, culture e religioni dei Paesi bagnati dal grande bacino mediterraneo — pronunciando un discorso di ampio respiro e richiamando i Paesi europei alla «responsabilità» nel governare «con sapiente lungimiranza» il fenomeno migratorio.
Giunto ieri pomeriggio nella città francese, Francesco aveva dapprima incontrato il clero nella basilica di Notre-Dame de la Garde. Quindi aveva sostato presso il Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare: un luogo simbolo delle tragedie dei naufragi, che ha offerto al Papa l’occasione per rinnovare l’appello a soccorrere chi è in mare: «un dovere di umanità, un dovere civiltà».