Se fa male quando si riceve un colpo all’occhio, altro è sperimentare un colpo d’occhio, una veduta ampia, come quella che tiene insieme cielo e terra in modo inscindibile. Quando il verde non ha senso senza l’azzurro, e il cielo senza i pascoli. Come ho visto in Mongolia. Il colpo d’occhio trasforma la vista in una visione improvvisa, dispiega contrasti facendo percepire armonia perché non lascia tempo per le distinzioni. Ed è rapido, fugace. Non è contemplativo. Non ammette pausa né sosta. È inatteso come un’annunciazione. Non capita di sperimentarlo pure incrociando un volto? Accade che sospende il respiro senza lasciare tempo al sospiro. È troppo veloce per ammettere il tempo del desiderio o l’ansia della volontà, che invece sono proprie di chi si sofferma e indugia. Il colpo d’occhio è anche l’occhiata acerba, la prima impressione, l’amore “a prima vista”. C’è in esso qualcosa di primitivo e istintivo, e cura l’anima pigra, quella che sa sempre già come vanno le cose.
di Antonio Spadaro