Bailamme

Non la vittoria,
ma il significato

 Non la vittoria, ma il significato  QUO-167
21 luglio 2023

Luigi Zoja attribuisce a Carl Gustav Jung la frase «La vita non ha bisogno di vittorie quanto di senso». Lo fa nella prefazione al recente In dialogo con Carl Gustav Jung di Aniela Jaffé (Torino, Bollati Boringhieri, 2023, pagine 416, euro 30). Sono interessanti tanto l’asserzione quanto il contesto nel quale essa viene collocata: una riflessione sul ruolo di maestro che ebbe Jung, a fronte di quello più tipicamente da intellettuale di Sigmund Freud. Secondo Zoja è proprio del maestro costituire un esempio di vita, un riferimento esistenziale oltre che razionale. Lo sapevano i monaci medievali quando proponevano la biografia del santo fondatore come regola per un nuovo ordine. Riferita a Gesù Cristo, maestro per eccellenza, l’opposizione tra vittoria e senso acquisisce valore compiuto. Nella sua predicazione, nella sua vita potremmo dire, la sconfitta è data per scontata e gli esegeti vi riconoscono numerosi insuccessi anche precedenti all’esito tragico dell’ultimo viaggio a Gerusalemme. «Volete andarvene anche voi?» chiede Gesù agli apostoli in Giovanni 6,67. Oltre la crocifissione si colloca però un compimento di dimensioni escatologiche, che non poteva né doveva transitare attraverso una vittoria intesa nel senso convenzionale, umano, del termine. In tempi complessi come quelli in cui viviamo, difficili lo sono stati tutti quelli passati e spesso furono peggiori dei nostri, l’individuazione chiara dell’obbiettivo che andiamo perseguendo si fa di grande importanza. Cogliere una vittoria spesso non equivale a risolvere un problema, anche se risulta appagante. Sotto e oltre, nascosto dietro il successo che illumina un momento della vicenda, si trova il senso degli accadimenti, l’elemento duro della storia, la sua misteriosa continuità. In relazione ad esso ciascuno dovrebbe verificare la motivazione del proprio agire, da scoprire prima di tutto dentro di noi, analizzando i desideri che coltiviamo ed esprimendo su di loro un giudizio sereno. Stiamo davvero lottando per un giusto risultato o cerchiamo qualcosa che alla fine assomiglia troppo a una vittoria calcistica?

di Sergio Valzania