Voci e volti de «I promessi sposi»
19 luglio 2023
Manzoni non accetta nessuna delle finzioni narrative impiegate, come nel Don Chisciotte o nella Manon Lescaut, in cui un incontro del tutto occasionale induce il personaggio a narrare i casi della propria vita. La monaca di Monza non racconta in prima persona la propria storia. E lo scrittore, prima di rendere edotto il lettore sul travagliato passato del personaggio, ne offre una descrizione fisica tra le più penetranti e incisive, nella sua essenzialità, della storia della letteratura italiana.
Una descrizione (come è dato di ritrovare, per esempio, nei romanzi di Charlotte Brontë) imperniata sul principio del contrappunto, nel segno di un gioco sapiente di sottrazione e addizione. La monaca era «d’una bellezza sbattuta, sfiorita alquanto, e direi quasi un po’ conturbata, ma singolare». Riguardo ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati