La buona Notizia
Il Vangelo della XVI domenica del tempo ordinario (Mt 13,24-43)

Un granaio ricco e pieno

 Un granaio ricco e pieno  QUO-164
18 luglio 2023

Il grano e la zizzania, la luce e le tenebre, il bene e il male coesistono dentro di noi. Noi non vogliamo che siano un pacchetto completo, ma li preferiamo divisi. Se sono nettamente divisi possiamo accogliere tutte le cose buone e rifiutare quelle cattive. La scelta diventa facile; non c’è più bisogno di discernimento: niente più sofferenze, dolore, problemi (con l’indecisione, l’autocritica, l’insoddisfazione…), né ostacoli di alcun genere. Noi vogliamo andare subito a strappare la zizzania per eliminarla e non ci rendiamo conto che facendo così rischiamo di sradicare tutto il bene che il grano promette.

«Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura» (Matteo, 13, 30).

Non c’è da preoccuparsi, perché noi tutti siamo «figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre» (1 Tessalonicesi, 5, 5). La zizzania non ci soffocherà, le tenebre non ci renderanno ciechi e il male non ci sconfiggerà mai, perché il nostro legame con la Luce è filiale.

In fondo è necessario un atto di fede e di fiducia nel luminoso disegno Divino. Il nostro grano crescerà, l’impasto lieviterà, e il seme più piccolo diventerà rifugio per gli uccellini perché Dio, sin dall’inizio della creazione, ha ordinato il mondo così. Ha dato a noi la forza di resistere al male insieme a Lui, abbracciati alla Sua croce, quella croce che trasforma il male in bene.

Per avere un granaio ricco e pieno si passa prima per la mietitura e per la selezione di ciò che si raccoglie; lo stesso processo accade dentro ognuno di noi. Lasciamo crescere insieme questi elementi contrastanti, sapendo che colui che è degno della nostra fiducia ci aiuterà, al momento opportuno, a raccogliere il grano maturo e a bruciare la nostra zizzania. Attraverso questo affidamento «i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro» (Matteo, 13, 43) per tutta l’eternità.

di Briana Santiago