A 89 anni in Africa
Mamà Maria — così suor Maria Concetta Esu è chiamata dalla gente in Africa — è restìa a parlare di sé. «Non ho meriti, fa tutto la grazia di Dio» dice con la freschezza dei suoi 89 anni, 64 dei quali passati in Africa «ad aiutare le mamme a far nascere i bambini». E non ha alcuna intenzione di ritirarsi dalla missione. «E perché mai? È la mia vita!».
Ci ha pensato personalmente Papa Francesco, poi, a rinnovarle il mandato: ieri nella basilica Vaticana, prima della celebrazione della messa per la solennità dei santi Pietro e Paolo, ha visto la religiosa in prima fila — ad accompagnarla c’era una consorella — e le ha fatto cenno di avvicinarsi. Non ci ha pensato due volte il Papa a incoraggiare Mamà Maria nel suo servizio per la vita. Sicuro di avere un “sì” per sorridente risposta. Corona del rosario intrecciata alle dita, la suora si è inginocchiata davanti al Papa, ricevendone l’abbraccio e la benedizione.
Religiosa della congregazione delle figlie di San Giuseppe di Genoni, di origine sarda, Mamà Maria ha incontrato per la prima volta Francesco nel 2015 a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. E l’ha riabbracciato più volte, l’ultima lo scorso 2 febbraio per la messa nella nunziatura apostolica a Kinshasa durante il viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo. E il 27 marzo 2019, in piazza San Pietro, nel corso dell’udienza generale, ha ricevuto dalle mani del Papa l’onorificenza Pro Ecclesia et Pontifice.
«Sono in Africa dal 1959, avevo 25 anni e come una matta provo a portare amore e pace soprattutto alle mamme e ai bambini che incontro, tutto qui». Tutto qui? Facciamo parlare i numeri. Fino al 2014 ha tenuto il conto dei piccoli che ha fatto nascere: 33.777. Poi ha lasciato perdere le statistiche.
Mamà Maria è ancora la prima a salire sulla canoa e a remare a due mani (nel raccontarlo mima sempre il gesto del perfetto vogatore) sul fiume Ubangi, da Zongo, nella Repubblica Democratica del Congo, a Bangui. Ed ecco le sue prospettive: «Ho dato la mia vita per l’Africa e desidero chiudere gli occhi in quella terra tra la mia gente, le mamme che ho aiutato e i bambini che ho visto nascere e crescere». Con una scelta di coraggio che ha un nome: «Felicité, la bambina che ho adottato: la mamma è morta il giorno dopo averla partorita e suo padre non si sa chi sia».
L’incontro di Papa Francesco con suor Maria Concetta Esu, nel segno della celebrazione dei santi Pietro e Paolo, si riallaccia spiritualmente ad un altro “abbraccio”. Nello stesso giorno del 1997 — praticamente quasi nello stesso punto della basilica Vaticana — Giovanni Paolo ii vide madre Teresa di Calcutta e la incoraggiò a rilanciare la sua missione tra i più poveri dei poveri. Due Papi con due religiose — missionarie in prima linea per una vita intera — nel segno dei santi Pietro e Paolo.