Credo nel per-dono e lo esercito

 Credo nel  per-dono  e lo esercito  ODS-012
01 luglio 2023

Ho le mie responsabilità. Ne ho combinate di belle e di brutte, in passato. Vorrei dire che in giovinezza sono stato ripetutamente strumentalizzato per motivi economici. Ho svolto tanti lavori precari, e vissuto nel disagio, anche da emigrato in Germania. La mia storia di Aids non è nata a caso… E mi ha fatto soffrire tanto: rifiutato dalla famiglia d’origine, ho visto naufragare quella che avevo costituito e sono stato a lungo ai margini della società. So cosa vuol dire vivere per la strada, o in una stazione ferroviaria, oppure alloggiare in periferia, in un camper di terza mano, freddo d’inverno e caldo d’estate…

Poi è spuntato un barlume di speranza: l’accoglienza in Casa alloggio Raggio di Sole, opera segno della Fondazione Santi Medici Cosma e Damiano con sede a Bitonto. Che Dio benedica chi ha allestito questa struttura e gli operatori che vi operano! Precipitato a suo tempo proprio in basso (che più in basso non si può), sono stato qui aiutato a “risalire”.

Oggi in Casa alloggio mi sento rispettato, oggetto di attenzioni e di cura medica e psicologica; un passo dopo l’altro, sono persino riuscito a riconciliarmi con la vita e con i miei familiari, chiedendo loro perdono e ottenendone l’abbraccio.

Figurarsi se non mi rendo disponibile a diffondere il giornale di strada della Santa Sede! Non solo lo diffondo con entusiasmo, ma lo leggo molto volentieri, perché è lo specchio della mia salvezza. Rende visibili i nuovi poveri e registra la tenerezza di Dio nei loro confronti. È un giornale che non ha prezzo, non solo perché fondato sulla gratuità degli apporti, ma anche perché c’insegna che la vita può risorgere grazie a gesti di tenerezza e di accoglienza umana. Il magistero di Papa Francesco e la sua persona, che ho incontrato in occasione della terza Giornata mondiale dei poveri, testimoniano proprio questo.

Mi andrebbe di riabbracciarlo, Papa Francesco. Per esprimergli tutta la mia riconoscenza. Quando, insieme ad altri, sono stato da lui nel 2019, al termine del pranzo offerto nell’Aula Nervi, mi è stato donato un sacchetto da portar via, contenente prodotti alimentari. Io, appena uscito dal Vaticano, l’ho donato a un senza fissa dimora incontrato nel sottopasso attraversato per recarmi al pullman di ritorno a Bitonto. Il pomeriggio era piovoso, e quel povero mi ha ricordato quando ero anch’io per strada. Ho letto negli occhi la sua riconoscenza. L’ho donata di cuore a Papa Francesco e a quanti, perdonandomi, continuano a riporre fiducia nella mia persona.

di Pino Marzario