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Cassia (Kassia, Eikasia o Kassiani), aristocratica bizantina, badessa, poetessa e compositrice. L’unica che è presente con le sue produzioni nel testo dell’attuale Liturgia ortodossa. È suo l’ Inno di Kassiani che viene cantato durante il mercoledì santo.
Siamo nel ix secolo, a Costantinopoli. Una ragazza, bellissima e brillante, che sa leggere e scrivere e ha ricevuto una eccellente educazione, partecipa alla sfilata delle spose, in cui l'imperatore bizantino Teofilo deve scegliere la moglie, consegnando alla prescelta una mela d’oro. Attratto dalla bellezza di Kassia, il giovane Basileus dei Romei, l’avvicina e le dice: «Attraverso una donna si distillano le passioni più vili» (riferendosi al peccato originale di Eva). Kassia risponde: «Ma attraverso una donna giungono le cose migliori» (riferendosi alla nascita di Gesù). Per orgoglio Teofilo sceglie un’altra, Teodora.
Cassia fonda un monastero vicino a quello cristiano di Studion, il più importante dell’impero che gioca un ruolo centrale nella riedizione della liturgia bizantina fra il ix e il x secolo e che conserva le sue opere: circa cinquanta inni, di cui ventitré fanno parte della liturgia della chiesa ortodossa, e 261 versi di carattere profano, tra cui molti epigrammi e aforismi .
L’ Inno di Kassiani descrive le sensazioni della donna peccatrice nel momento in cui si inginocchia davanti a Gesù e gli bacia i piedi, e poi paragona questo fatto alla caduta di Adamo ed Eva.
Percependo la tua divinità Signore,
una donna di molti peccati,
li prende su di sé
per diventare portatrice di mirra
e nel pianto
ti offre olio profumato
quale presagio della tua sepoltura:
"Guai a me! Che la notte scenda su di me,
Che folle desiderio, buio e senza luna,
questa avidità per il peccato.
Prendi il mio pianto
Tu che attingi acqua dalle nuvole,
piegati su di me, al sospiro del mio cuore,
Tu che pieghi i cieli
nel segreto della tua incarnazione,
Bagnerò i tuoi piedi immacolati di baci
e li asciugherò con le ciocche dei miei capelli;
quegli stessi piedi il cui passo Eva aveva udito
al tramonto in Paradiso e si nascose in preda al terrore.
Chi conterà la moltitudine dei miei peccati
o la profondità del tuo giudizio,
Salvatore della mia anima?
Non dimenticare la tua serva,
Tu la cui misericordia è infinita.