Il Pontefice conclude l’incontro sulle “città eco-educative” promosso da Scholas Occurrentes

Per un’educazione rispettosa dell’autenticità di ciascuno

 Per un’educazione rispettosa  dell’autenticità di ciascuno  QUO-121
26 maggio 2023

Bullismo, “commercializzazione” dell’amore, rapporto con gli anziani, carenze nell’educazione. Sono alcuni dei temi affrontati da Papa Francesco in un collegamento con i giovani dei vari continenti a conclusione dell’appuntamento “Città eco-educative”, promosso dal movimento internazionale Scholas Occurrentes e dalla Banca di sviluppo dell’America latina (Caf). L’incontro, che ha visto la presenza di 50 sindaci provenienti dal Sud America e dal Portogallo, si è svolto ieri pomeriggio, 25 maggio, all’Istituto Agostinianum in Roma. É stata la tappa conclusiva del primo congresso mondiale delle “Città eco-educative”, che era iniziato martedì scorso e che voleva celebrare anche i dieci anni dal lancio mondiale del progetto educativo globale ideato dal Papa.

Tra i vari collegamenti, quello con una casa di riposo a Granada in Spagna — dove Scholas promuove il programma “Essere insieme”, per rispondere all’appello del Pontefice all’unità intergenerazionale — ma anche con giovani argentini, statunitensi, messicani e dell’Amazzonia colombiana. In questo contesto, Papa Bergoglio ha posto la domanda: quanti bambini oggi non hanno la possibilità di accedere all’istruzione? E tante volte, ha constatato con amarezza, finiscono nella “commercializzazione” dell’amore. Ma l’amore non è per la commercializzazione e i bambini non devono essere usati, è stato il suo monito. In risposta a una domanda di un giovane messicano sulla violenza sessuale e il sistema educativo, Francesco ha sottolineato che l’educazione «è un dovere della società e dei genitori», i quali devono preparare i giovani a sapere «cos’è l’amore nella vita». Il Pontefice ha denunciato i danni provocati dalla pornografia, che a volte sostituisce l’educazione e influenza il modo in cui i giovani si relazionano affettivamente e sessualmente.

In video collegamento con il Messico, Francesco ha parlato del patto globale per l’educazione, lanciato nel 2020, invitando a farsi carico delle carenze o dei limiti del sistema, come l’abbandono scolastico o la mancanza di accesso all’istruzione, considerata un peso per la società.

Quando poi una giovane argentina gli ha chiesto se intende fare il suo primo viaggio nella terra natale, il Papa ha risposto che la sua idea sarebbe di andarvi l’anno prossimo, se fosse possibile.

In collegamento con la Colombia, la first lady del Paese, Verónica Alcocer, ha inviato un messaggio al Papa: «Siamo convinti che attraverso l’arte e la cultura spargeremo semi che contribuiranno alla pace».

Da Puerto Nariño, nell’Amazzonia colombiana, il sindaco locale, Alirio Vásquez, ha chiesto al Pontefice di benedire un cinema di legno, un’area che fa parte del progetto educativo di Scholas. La bellezza che ci salverà è la poesia della creazione, quel fatto poetico che Dio ci ha dato e di cui dobbiamo prenderci cura, ha commentato Francesco.

Da Miami, María e Camila, due volontarie di Scholas, lo hanno invitato a parlare del problema della violenza, in particolare del bullismo. Quando il modo di essere dell’altro non viene rispettato, ha detto in proposito Papa Bergoglio, questo è molto grave e distrugge le vite. Tutti hanno il dovere di essere autentici e il diritto di veder rispettata questa autenticità. Questo è il grande cammino da percorrere.

Francesco ha anche risposto a una domanda sulla questione delle armi negli Stati Uniti d’America, sottolineando che è necessario individuare le cause del problema. Non si esce da una crisi da soli, ha fatto notare, ma si esce accompagnati. E non si esce da una crisi allo stesso modo, si esce migliori o peggiori.

Tanti i doni offerti al Papa, a cominciare da statuette in ceramica, libri, quadri, prodotti artigianali, fino alla maglietta numero 10 con i colori bianco e azzurro della squadra di calcio del Napoli. A consegnarla è stato il presidente del club campione d’Italia, Aurelio De Laurentiis, il quale ha ricordato al Pontefice che la maglia con il 10 era quella indossata dall’indimenticato fuoriclasse argentino Diego Armando Maradona. De Laurentiis ha anche regalato al Pontefice una piccola riproduzione di un piede in oro, in memoria appunto del pibe de oro.

Un altro dono, una scultura in bronzo che rappresenta le radici di un albero, ha dato occasione a Bergoglio di parlare di dialogo tra generazioni e di quando trascorreva intere mattinate insieme ai suoi nonni. Ha ricordato di aver avuto la grazia di vederli in vita a lungo. «Siamo migranti — ha raccontato — e i miei nonni paterni vivevano a pochi metri da casa. Mia nonna mi portava da lei perché mia madre potesse lavorare con il secondo e prepararsi per gli altri tre che avevamo. Siamo cinque». Il piccolo Jorge Mario passava il tempo con i nonni ascoltando la loro lingua, imparando: con loro aveva dialoghi profondi ed è così che fin da bambino ha imparato i valori.

Sempre facendo riferimento alle sue radici, il Pontefice ha affermato che una società si rovina quando l’unione tra la radice e il tronco si spezza, quando si secca se non prende linfa dalle radici. I giovani in particolare, ha aggiunto, non possono sognare senza le radici.

Da qui un forte invito a non abbandonare gli anziani e a non lasciarli morire nell’isolamento. A questo proposito, Francesco ha ricordato che quando era vescovo visitava le case di riposo e le infermiere gli raccontavano di vecchi a cui i parenti non facevano visita per mesi. Il rapporto tra anziani e giovani è naturale, ha detto il Papa, e una società che non si prende cura di questo rapporto si ideologizza, si settarizza. Ci sono alcuni settori della società che nascondono gli anziani, quando invece c’è solo da imparare dalla loro “saggezza”. Ecco allora l’appello rivolto ai giovani: «Non perdete l’illusione», perché gli anziani vanno custoditi, hanno da dire e da dare saggezza, ed è necessario avvicinarsi a loro.