Ai fedeli di Spoleto-Norcia

Preghiera, carità e annuncio

 Preghiera, carità e annuncio  QUO-120
25 maggio 2023

«Nel calendario giubilare abbiamo voluto inserire questa visita non per fare memoria del passato, ma perché luoghi come Roma ci toccano in maniera diretta e parlano alla nostra fede e alla nostra vita. Il messaggio che abbiamo raccolto è la volontà di vivere con rinnovato impegno secondo il Vangelo e fare la nostra parte per costruire un mondo che corrisponda al suo amore». Così l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, descrive lo spirito del pellegrinaggio diocesano di sabato 20 maggio alla tomba di san Pietro. I 1571 fedeli guidati dal presule hanno partecipato all’udienza con Papa Francesco, alla preghiera del Regina Caeli presieduta dal cardinale Angelo Comastri presso la Grotta della Madonna di Lourdes nei Giardini vaticani e alla messa celebrata dallo stesso monsignor Boccardo all’altare della Cattedra della basilica Vaticana.

Questo evento si è collocato nel mezzo dell’anno giubilare (16 ottobre 2022 - 15 ottobre 2023) indetto per celebrare l’825° anniversario delle dedicazione della cattedrale di Spoleto. La maggior parte dei pellegrini sono giunti a Roma in treno, altri in autobus e qualcuno in autonomia. Lo speciale convoglio ferroviario è partito alle 5 dalla stazione di Spoleto, si è fermato a quella di Terni e alle 8 è giunto alla stazione di San Pietro. Tra i partecipanti c’erano tanti bambini con i genitori, numerosi giovani, sacerdoti, religiosi e religiose, persone diversamente abili o provate in vario modo dalla sofferenza, coppie di sposi con un particolare anniversario ed un gruppo di ucraini accolti a Polino, nel Ternano, e accompagnati dal sindaco Remigio Venanzi.

Fin dal viaggio di andata si è creato un clima di fraternità, di relazione e di condivisione. Arrivati nell’aula Paolo vi monsignor Boccardo ha presieduto la preghiera delle Lodi in attesa dell’arrivo del Santo Padre, che è stato accolto da un grande applauso. Il suo discorso è stato molto apprezzato e oggetto di dialogo nel pomeriggio, nel viaggio di ritorno e nei giorni seguenti. Tutti hanno accolto con gioia il suo appello ad essere «scopritori e testimoni della bellezza, cercatori dei tesori della fede».

La comunità di Spoleto-Norcia si è presentata dinanzi a Francesco nel momento in cui sta avviando una riflessione, non più prorogabile, sulla presenza della Chiesa nel territorio. Più volte l’arcivescovo Boccardo ha sottolineato che «c’è la tendenza comune a pensare che per affrontare il futuro sia sufficiente cambiare qualche cosa, migliorare quello che già facciamo, aggiustare o riparare qualche errore. Non possiamo però credere di ottenere risultati differenti — pensiamo solo ad una rinnovata presenza e protagonismo ecclesiale dei fedeli laici oppure ad eucaristie domenicali capaci di segnare il tempo e lo spazio delle comunità che le celebrano — portando avanti le cose che si sono sempre fatte». E il Pontefice ha esortato vescovo e fedeli dicendo loro che «nella Chiesa non è più tempo di concentrarsi su aspetti secondari, aspetti esteriori; è tempo di guardare alla comunità delle origini e di focalizzarsi sulle vere priorità, che sono la preghiera, la carità e l’annuncio. Rinnovare la pastorale richiede scelte, e le scelte devono partire da ciò che più conta. Non abbiate paura di aggiornare le modalità dell’evangelizzazione, la catechesi, il ministero del parroco e il servizio degli operatori pastorali, per passare da una pastorale di conservazione, dove ci si aspetta che la gente venga, a una pastorale missionaria, dove ci si allena a dilatare il cuore all’annuncio, uscendo dalle “introversioni pastorali”».

Alla fine della giornata il treno e i pullman sono ripartiti verso l’Umbria. Nel cuore dei pellegrini rimane l’esperienza di fede vissuta e l’incontro con il Papa, specialmente il suo invito a gioire per la bellezza dell’amore di Dio. La Chiesa di Spoleto-Norcia nel suo insieme, invece, ha ricevuto l’incoraggiamento del Pontefice a proseguire sulla via di un’azione apostolica più genuina dove ci sia coerenza tra quanto viene professato e quanto si vive. 

di Francesco Carlini