La testimonianza del religioso ricordato dal Papa durante l’udienza al capitolo dei monfortani

Il sorriso accogliente
di Olivier Maire
missionario fino alla fine

 Il sorriso accogliente di Olivier Maire missionario fino alla fine  QUO-120
25 maggio 2023

Circa sei mesi fa, il giorno stesso in cui i missionari Monfortani hanno ottenuto la conferma dell’udienza privata con il Santo Padre a conclusione del loro 38° capitolo generale, non hanno esitato a invitare all’incontro i genitori e i fratelli di padre Olivier Maire. Così il 20 maggio scorso hanno potuto ringraziare insieme Papa Francesco della sua delicata vicinanza espressa con un personale messaggio nei giorni che seguirono la tragica morte del missionario, ucciso il 9 agosto 2021 da colui che aveva ospitato, a Saint-Laurent-sur-Sèvre (Francia), il comune vandeano dove tre secoli prima aveva trovato la morte in piena missione san Luigi Maria di Montfort.

Ma chi è padre Olivier Maire? Discepolo appassionato di Montfort, sin da ragazzo ha attinto a piene mani da questo santo l’ispirazione per fare della carità la sua regola di vita. Nato il 19 novembre 1960 a Besançon, in Francia, da papà Gabriel che lavora nell’orologeria di precisione e mamma Claudine casalinga, Olivier ha potuto sviluppare le sue molteplici capacità intellettuali e artistiche. Sin dal seminario minore è stato apprezzato organista. La casa dei genitori conserva con cura e affetto tanti souvenir del loro figlio e mamma Claudine mostra con ammirazione ai suoi confratelli più vicini il quaderno sui cui l’undicenne Olivier scriveva regolarmente delle preghiere da lui composte e dei pensieri spirituali, come il seguente: «Signore fa’ che cessino tutte le guerre e nel mondo regni la pace». Dopo l’ordinazione sacerdotale e gli studi specialistici a Roma, è stato inviato nel 1996 come maestro dei novizi in Uganda, dove era ricordato per le visite regolari ai carcerati della prigione di Mbarara portandovi cibo e medicine, ma soprattutto conforto spirituale.

Dal tratto gentile, padre Olivier era accogliente verso tutti, discreto, sorridente e scherzoso. Era un uomo buono e di preghiera, forse prestato troppo a incarichi che l’hanno distolto più di quanto volesse dalla sua vena di studioso. Il 16 maggio 2005 è stato nominato assistente generale della congregazione a Roma, dove svolgeva anche l’incarico di archivista.

Come dimenticarlo, munito di guanti bianchi, mentre estraeva dagli archivi storici i manoscritti del Montfort per mostrarli con tanta delicata attenzione a chiunque ne fosse interessato! È stato senza dubbio uno degli interpreti più sensibili, colti e profondi dei testi monfortani.

Ma questo non gli ha impedito di esprimersi in modo semplice e comprensibile, tanto da toccare il cuore dei suoi uditori ogni volta che parlava del suo amato fondatore.

Tornato in Francia nel 2011 è diventato provinciale per due mandati consecutivi, ma non ha mai smesso di tenere ritiri e conferenze sulla spiritualità monfortana in tutto il mondo, scrivendo articoli e anche un libro intitolato: Grignion de Montfort, l’erranza del pellegrino.

È in atto un movimento per recuperare e mettere per iscritto la sua vasta attività di predicazione, perché la sapienza che emanava dalle sue parole possa continuare a nutrire tante persone. A detta di tutti, la Vergine Maria e il Montfort gli avevano ottenuto questo dono.

Padre Olivier si è sempre consumato negli incarichi spesso forse superiori a quanto lui volesse e ha terminato la sua vita, attraverso l’accoglienza di una persona fragile, così come faceva con tutti. E senza dubbio nel suo cuore di monfortano custodiva il grido del fondatore che caricatosi sulle spalle un povero lebbroso nella missione di Dinan del 1706, bussava alle porte gridando; «Aprite a Gesù Cristo»!

Il Montfort che tanto ha amato, studiato e predicato gli ha ottenuto di terminare i suoi giorni nel pieno della missione e accanto a lui a Saint Laurent-sur-Sèvre, dove c’è la basilica del santo missionario. Padre Olivier Maire è oggi sepolto nel cimitero storico della congregazione e, su testimonianza della Figlie della Sapienza che ne sono le custodi, una visita costante e discreta di persone si reca alla sua tomba per depositarvi le proprie intenzioni.

Il 20 maggio, al termine della celebrazione eucaristica nella basilica romana di San Bartolomeo apostolo che conserva il memoriale dei nuovi martiri, i missionari Monfortani riuniti in capitolo attorno al neoeletto generale padre Dwi Watun, hanno accompagnato la famiglia Maire nel consegnare al rettore della basilica il breviario di padre Olivier. Bellissimo segno della sua spiritualità di prete secondo il cuore di Dio e secondo il cuore di Montfort, che incoraggiava i suoi discepoli scrivendo: «Se non si rischia qualcosa per Dio non si fa nulla di grande per Lui» (Montfort, Lettera 27).

di Marco Pasinato
Missionario Monfortano