Artificiale come il pane

È incredibile come continuiamo, nel comune sentire ma anche in testi di un certo rilievo, a contrapporre naturale e artificiale, mondo reale e mondo digitale. Usiamo la parola natura con una ingenuità al limite del ridicolo. Cosa è esattamente naturale? E cosa è specificamente artificiale? Se si prendono questi concetti sul serio, la distinzione è molto meno facile di quello che si possa credere. Una lettera d’amore è naturale? E un pane appena sfornato? A bene pensarci no, sono frutto di mediazioni tecnologiche che riconfigurano realtà e persone. Indubbiamente il digitale è carico di incognite e schiude, in modo velocissimo, orizzonti clamorosamente nuovi e ampi, dove distanze e mediazioni appaiono particolarmente significative, anche inquietanti. Dove i confini appaiono sfocati e ...