La testimonianza di Mario Galasso, direttore della Caritas diocesana di Rimini e delegato regionale

«Uno scenario apocalittico formato da acqua e fango»

An aerial view taken on May 18, 2023 shows a flooded house in the town of Cesena, after heavy rains ...
19 maggio 2023

«Eliminare acqua e fango: la prima cosa da fare è questa, altrimenti non riusciamo a rialzarci». Al telefono de «L’Osservatore Romano», la voce di Mario Galasso, direttore della Caritas diocesana di Rimini e delegato regionale del medesimo organismo, suona decisa. Nonostante la devastazione provocata dalle alluvioni, non bisogna cedere allo sconforto, bensì reagire. «A Cesena, ad esempio, il paesaggio è apocalittico», racconta, ma in quella medesima apocalisse c’è anche la bellezza di «tanti giovani che si danno da fare, fianco a fianco con le persone anziane» per cercare di aiutare il più possibile. Anche perché «ha ripreso a piovere un po’ ovunque», continua Galasso.

Oltre a rimuovere i detriti, la seconda priorità, aggiunge il responsabile Caritas, è quella di «restare accanto alle persone, portare speranza là dove lo sconforto è totale. Soprattutto, prestare la massima attenzione a chi è più fragile, affinché nessuno rimanga indietro». Galasso ripercorre le immagini che lo hanno colpito di più in questi terribili giorni: «Mi sono rimasti impressi gli anziani, tratti in salvo a bordo di gommoni, che guardavano sconsolati le loro abitazioni, custodi di una vita costruita con tanti sacrifici e che ora è andata perduta per sempre. E ricordo anche i corpi esanimi, trascinati via dall’acqua. Fotogrammi che mi hanno fatto riflettere sulla fragilità umana e sull’egoismo dell’essere umano, così legato alle cose materiali, come se fossero il nostro vero tesoro. Quando invece il nostro vero tesoro è la comunità».

Mario Galasso guarda, poi, al futuro e sottolinea due aspetti importanti: «Una volta finita l’emergenza, non ci dovranno essere scorciatoie: bisognerà ricordarsi della salvaguardia del Creato e pensare alla ricostruzione guardando innanzitutto all’aspetto educativo della tutela dell’ambiente. Perché, come dice Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, non esistono due crisi separate, una ambientale e una sociale, bensì esiste un’unica crisi che è molto complessa e che richiede un approccio integrato».

Il secondo aspetto indicato dall’esponente della Caritas riguarda il settore economico e lavorativo: «Tanti esercizi commerciali sono ancora sommersi dalle acque, tante persone hanno perso i risparmi di una vita, senza dimenticare le conseguenze sul settore agricolo, motore importantissimo della regione». A essere danneggiate sono anche molte strutture diocesane, come empori e mense solidali. E là dove, ieri, è spuntato un po’ di sole, paradossalmente la situazione si è aggravata, perché il fango si è seccato e la sua rimozione è ora ancora più difficile.

Di qui, l’esigenza di «fare rete», cosa che la Caritas sta effettivamente facendo, soprattutto «per accogliere i tanti sfollati»: sono numerosi, infatti, gli organismi diocesani e parrocchiali che si sono attivati per ospitare le famiglie alluvionate e offrire loro i generi di prima necessità. La collaborazione tra enti diversi, aggiunge Galasso, è «un antidoto al disastro. Quando accadono simili catastrofi, infatti, rimango sempre colpito dal fatto che improvvisamente ci si ricorda di essere comunità». «Il mio auspicio — conclude — è che questo sentimento persista poi nel tempo», affinché si possa davvero «costruire fraternità».

di Isabella Piro