Tavola rotonda con l’arcivescovo Gallagher

Una catena di fratellanza
al servizio della pace

 Una catena di fratellanza al servizio della pace  QUO-112
15 maggio 2023

«La vostra missione tra i poveri contribuisce alla diffusione di una cultura della cura che è centrale nel Vangelo, portando speranza ai più fragili e a quanti affrontano situazioni di grande sofferenza»: così l’arcivescovo Paul Richard Gallagher ha riconosciuto l’impegno di Caritas Internationalis intervenendo venerdì 12 maggio ai lavori della xxii assemblea generale dell’organismo.

Introducendo la tavola rotonda su «Le sfide globali e il ruolo di Caritas», il segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali ha esordito rimarcando come tale missione di cura non sia a senso unico, ma costituisca «un incontro fraterno che include la convinzione che la vera dignità dei poveri richiede di associarli alla costruzione di una società giusta e di renderli veri protagonisti del loro sviluppo».

Il presule ha preso le mosse dalla constatazione che dal suo precedente discorso all’assemblea generale Caritas del 2019 «il mondo è stato duramente colpito da crisi senza precedenti, una pandemia, disastri naturali causati dal cambiamento climatico, crescente insicurezza alimentare e fame, nonché nuovi conflitti, instabilità politica e violenza». Di conseguenza, «la corsa agli armamenti si è drammaticamente intensificata e la logica del confronto e delle lotte di potere si è rafforzata», mentre «il moltiplicarsi delle situazioni di emergenza umanitaria, a seguito di queste crisi, può anche aver messo in dubbio la capacità della comunità internazionale e delle sue istituzioni di mantenere la pace e la fiducia tra le nazioni». Ecco perché «in un contesto geopolitico così grave, la catena di fratellanza» che Caritas Internationalis «incarna è più che mai necessaria, così come lo è il messaggio di pace e di fraternità che da essa si attende». Da qui l’auspicio che la confederazione possa contribuire a rafforzare tale spirito di fraternità «che è al centro della sua identità cattolica».

Dopo averne ripercorso la storia, dalla nascita con Pio xii nel 1951 — «negli anni di effervescenza delle organizzazioni laicali internazionali prima del concilio Vaticano ii , come espressione dell’intenzione della Chiesa di dare una forma organica all’opera che già le Chiese locali svolgevano in diversi Paesi nel dopoguerra» — ai vari riconoscimenti giuridici da parte di Paolo vi nel 1976 e di Giovanni Paolo ii nel 2004, monsignor Gallagher ha evidenziato come l’attività umanitaria di Caritas Internationalis «è espressione della carità di Cristo» e che «in questa ispirazione teologica essa deve trovare la forza» per distinguersi «da altre benemerite organizzazioni» di solidarietà, coltivando «la spiritualità del servizio per rendere presente in ogni situazione il messaggio di Cristo buon Samaritano».

In proposito l’arcivescovo ha sottolineato che «l’azione della Chiesa non risponde in primo luogo a esigenze sociali e organizzative, ma è anzitutto al servizio della pace». Pertanto, ha chiarito, «la Chiesa deve essere presente in mezzo alla comunità delle nazioni sia attraverso i canali ufficiali, sia attraverso la piena e sincera collaborazione di tutti i cristiani», perché «la ricerca della pace è inseparabile dalla promozione del bene comune». Un aspetto fondamentale soprattutto oggi, dopo che negli ultimi mesi — ha fatto notare Gallagher — «abbiamo assistito al crescente pericolo che l’attuale conflitto nel cuore dell’Europa rappresenta per molti Paesi, così come al moltiplicarsi dei teatri di violenza in altri» contesti, come Haiti, Sudan e Medio Oriente. Una situazione mondiale, dunque, «non meno complessa di quanto lo fosse settant’anni fa, dilaniata dalle tensioni della guerra fredda e dalle conseguenze delle politiche colonialiste» E poiché «la tentazione di seguire la logica dei poteri» potrebbe «essere ancora forte», il presule ha concluso rilanciando l’urgenza di un «appello alla pace e alla comprensione tra gli uomini e i popoli» che finisca con il costituire «una priorità delle iniziative umanitarie».