Il cardinale Parolin a Fátima e a Lisbona

I giovani chiamati a sognare in grande

 I giovani chiamati a sognare in grande  QUO-112
15 maggio 2023

La Giornata mondiale della gioventù è un evento festoso, ma allo stesso tempo un’occasione di incontro e di condivisione con i giovani di tutto il mondo. Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin durante la messa celebrata domenica 14 maggio, nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora dei Naviganti, al Parque das Nações di Lisbona, all’indomani della conclusione del tradizionale pellegrinaggio alla Cova da Iria presieduto quest’anno dal segretario di Stato a Fátima venerdì 12 e sabato 13.

All’omelia della celebrazione eucaristica Parolin ha sottolineato il significato delle parole con cui san Pietro invita a essere «pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi». E questa ragione ha un nome e un volto: è il Cristo vivente. La messa nella capitale portoghese è stata anche occasione per riflettere sul cammino di preparazione alla prossima Gmg. Per la maggior parte dei giovani, ha fatto notare il porporato, questo evento inizierà solo all’inizio di agosto, ma per molti che sono attivamente coinvolti nella sua preparazione è già iniziato. In questo senso, «fa già parte delle vostre preghiere, del vostro lavoro, della vostra generosità e del vostro impegno», ha detto rivolgendosi al cardinale Manuel Clemente, patriarca di Lisbona, e ai suoi principali collaboratori, in particolare a monsignor Américo Aguiar, vescovo ausiliare, che ha coordinato tutto il lavoro.

Il segretario di Stato ha poi assicurato agli organizzatori e ai giovani che non sono soli. «Siamo tutti consapevoli — ha osservato — che la preparazione della Giornata mondiale della gioventù è sempre complessa, piena di sfide continue e a volte di ostacoli che sembrano insormontabili». Tuttavia, «Dio ci assicura la sua continua presenza attraverso l’azione della Santa Trinità e, in modo particolare, attraverso l’assistenza costante dello Spirito di Verità». Questa presenza «si manifesta in molti modi, ma soprattutto nella preghiera». È quindi importante che «il cammino di preparazione che state compiendo sia particolarmente segnato da momenti di preghiera che rafforzino e rinnovino i vostri cuori».

Il cardinale ha riconosciuto che, «nelle circostanze attuali in cui viviamo, molti giovani sperimentano un vuoto esistenziale che spesso non permette loro di trovare un senso alla propria vita». Ogni ragazzo e ogni ragazza portano dentro di loro «il desiderio di trovare una risposta ai desideri più profondi». L’invito dell’apostolo Pietro è quindi «un incoraggiamento ad accogliere ogni giovane pellegrino, con le sue domande e le sue ansie, e ad allargare i suoi orizzonti con la speranza donataci da Cristo che vive nei nostri cuori».

Perciò il porporato ha invitato i giovani a sognare in grande e a volare alto, auspicando che la prossima Gmg «renda reale la speranza» di tanti di loro che «verranno a cercare un senso alla loro vita, orientando le loro aspettative verso Dio». Ha assicurato di accompagnarli con la preghiera e li ha incoraggiati a non arrendersi di fronte alle difficoltà che incontreranno, affidandosi alla costante intercessione della Madonna.

Sabato 13, nella basilica di Nostra Signora del Rosario a Fátima, il segretario di Stato aveva celebrato la messa in occasione dell’anniversario dell’apparizione della Madonna. E nell’omelia aveva ricordato che la storia dei credenti, di cui Fátima è segno e annuncio, mostra sempre Maria «sollecita e presente, per grazia di Dio, nella vita quotidiana» e «nel loro tempo, affinché la luce della Pasqua illumini le menti, i cuori, le mani, le opere e i giorni, aprendoli così al futuro di Dio, che è sempre un futuro di pace e di speranza».

Aveva poi indicato due parole — penitenza e preghiera — che quel luogo santo di Cova da Iria, con la sua storia e la sua spiritualità, propone perché si possa conservare nel cuore, come la Vergine Maria, la «consapevolezza dell’avvicinamento dell’umanità alla Gerusalemme del cielo, il dono dello Spirito, la vocazione a “sognare”, che ci insegnano a testimoniare la Pasqua di Gesù». L’autentica penitenza «ci fa crescere in un giusto rapporto con il prossimo; la vera preghiera ci educa all’incontro con la Santissima Trinità».

Nella tarda serata del 12 maggio, durante la veglia e la processione aux flambeaux, che avevano visto la partecipazione di circa 230.000 fedeli a Cova da Iria, il cardinale aveva ricordato, tra l’altro, che la Chiesa deve essere «strumento vivo di speranza», che non sia superato dall’odio e dalla violenza del mondo di oggi, prigioniero di «mancanza di senso e disperazione».