Protagonisti del presente
e del futuro

 Protagonisti  del presente  e del futuro   QUO-101
02 maggio 2023

I giovani sono il futuro, per questo non potevano che essere loro i protagonisti degli ultimi appuntamenti di Papa Francesco in Ungheria: con gli studenti universitari nel pomeriggio di domenica, prima di ritornare a Roma, e con le nuove generazioni in quello del sabato precedente.

Dopo aver pranzato nella nunziatura di Budapest, domenica 30 aprile il Pontefice nel congedarsi ha salutato il personale della struttura che lo ha ospitato per tre giorni, lasciando in dono una formella della medaglia del viaggio apostolico e un calice. Quindi in automobile si è trasferito alla Facoltà di Informatica e Scienze bioniche dell’Università cattolica intitolata al cardinale gesuita Péter Pázmány (1570-1637) per incontrare il mondo accademico, in particolare le nuove generazioni di studenti e ricercatori.

Con il mondo accademico


Ad accoglierlo all’ingresso, tanti giovani in felpa bianca o azzurra con il nome dell’ateneo, il rettore di quest’ultimo e il decano della facoltà. Sono trascorsi 25 anni da quando il 1° luglio 1998, monsignor István Seregély, su proposta del cardinale Erdő, allora rettore dell’università, attivò la specializzazione di Informatica, come base di una formazione di ricerca multidisciplinare riguardante l’organismo umano, in particolare il sistema neurale e immunitario, nonché la genetica. Le scienze della vita, soprattutto le neuroscienze, svolgono un ruolo significativo nello sviluppo di nuove direzioni di ricerca nell’informatica, di cui i professori di questa Facoltà sono specialisti riconosciuti a livello internazionale. E in attesa che arrivasse il Papa un giovane scienziato ha mostrato ai presenti le funzionalità di un arto bionico.

Una volta all’interno della moderna aula magna al Pontefice sono stati offerti un canto a cappella e un assolo di pianoforte da parte di due artiste, a intervallare le testimonianze di un docente e di una studentessa. Dopo l’ultimo, applaudito discorso in terra ungherese Francesco si è infine recato all’aeroporto della capitale per il volo di rientro.

Un clima ben più festoso rispetto al compassato ambiente accademico dell’università, si è respirato nella “László Papp Budapest Sportarena”, il grande palazzetto dello sport al coperto dalle linee avveniristiche, dove il vescovo di Roma si era ritrovato nel pomeriggio di sabato 29 con i giovani ungheresi. Una sorta di preludio alla Gmg in programma a Lisbona il prossimo agosto, alla quale Francesco ha esplicitamente invitato gli oltre dodicimila scatenatissimi ragazzi incontrati in Ungheria, per una sorta di gemellaggio spirituale tra le nuove generazioni dell’Europa orientale e di quella occidentale.

Costruito dove un tempo sorgeva uno storico impianto sportivo della capitale magiara, tragicamente distrutto da un incendio nel 1999, il nuovo complesso intitolato al famoso campione di pugilato (1926-2003) è stato ultimato vent’anni fa, poco dopo la sua morte.

Prima dell’arrivo di Francesco è stato eseguito Camino - Cristo, nostro futuro: l’inno parla di perseveranza e di vittoria sulle tenebre ed è anche una delle canzoni di un musical sulla vita di sant’Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia di Gesù, del quale ripercorre simbolicamente il pellegrinaggio.

Con le nuove generazioni


Giunto in automobile dalla nunziatura apostolica, il Pontefice è salito a bordo di una vetturetta elettrica per compiere un giro tra i giovani festanti. Il vescovo incaricato per la pastorale giovanile in seno alla Conferenza episcopale, dopo aver rivolto un indirizzo di saluto, gli ha consegnato tre doni: un vecchio pallone di cuoio cucito a mano con la stampa dell’autografo del campione di calcio Ferenc Puskás (1927-2006), il multicromatico “cubo magico”, rompicapo inventato negli anni Ottanta del secolo scorso dall’ingegnere Rubik che gli ha dato il nome, e una bottiglia di Tokaji, che qui chiamano “re dei vini” o “vino dei re” e che il Papa ha definito scherzosamente “medicina”.

Dopo una danza tradizionale animata da giovani in abiti folkloristici, hanno presentato le loro testimonianze quattro ragazzi: un quindicenne che frequenta un liceo degli Scolopi ha parlato dell’ansia che spesso lo paralizza; una diciassettenne, liceale anch’ella, ma dai Cistercensi, ha parlato dell’esperienza di Forráspont (Sorgente), raduno generazionale — dai 15 ai 30 anni — nato in vista del Congresso eucaristico internazionale del 2021 per coinvolgere attraverso un linguaggio comprensibile fatto di musica, ma anche adorazione eucaristica; un suo coetaneo, di origine ucraina, iscritto a un liceo dei Gesuiti in Ungheria, ha ricordato il vescovo greco-cattolico martire Teodor Romža, di cui porta il nome; infine una ventenne ha sottolineato l’importanza di poter studiare in un’Università cattolica.

Il canto del coro, accompagnato dalla luce dei telefonini mossi al ritmo di musica come nei concerti pop, ha introdotto il discorso del Papa, ricco di aggiunte al testo preparato. Sempre in automobile Francesco è infine tornato in nunziatura, sua residenza in Ungheria, per il secondo pernottamento a Budapest. Qui ha avuto due incontri, uno fuori programma e uno tradizionale durante i viaggi internazionali: il primo è stato con il sindaco della capitale, Gergely Szilveszter Karácsony, ricevuto con la moglie e i figli, in un clima familiare, per circa 15 minuti. Il secondo, nel salone, è stato con i confratelli della Compagnia di Gesù presenti nel Paese.

dal nostro inviato
Gianluca Biccini