In Mongolia

La Madre del Cielo ritrovata in una discarica

 La Madre del Cielo ritrovata  in una discarica  ODS-010
06 maggio 2023

La strada per la conversione e la salvezza può passare per una discarica? A Darhan sembra proprio di sì. Nella piccola città del nord della Mongolia, nazione dell’Asia orientale, una povera donna, madre di undici figli, lotta con le unghie e con i denti per strappare a quell’immensa montagna di rifiuti un briciolo di vita e di speranza, per sé e per la sua numerosa famiglia: cibo ancora buono da mettere sotto i denti e qualcosa di miracolosamente intatto da poter provare a rivendere chissà dove. Nella discarica, un giorno come un altro, un camion ribalta la spazzatura e ai piedi della povera donna si posa un oggetto avvolto in un panno. La donna, stupita, lo afferra e lo scopre. Anche se non c’è una foto che abbia potuto cogliere i dettagli di un momento così particolare, non ci si sbaglia se si suppone che la donna abbia sgranato gli occhi, interrompendo per qualche istante il respiro: tolto quel panno, le si svela una statua di legno ben intagliato, con le fattezze di una bella signora. È la Vergine Immacolata.

La povera donna non riconosce immediatamente la Madre di Dio, ma solo poco dopo, quando la porta a casa sussurrando «questa bella signora è voluta venire ad abitare nella mia tenda». Del resto, lei non è cristiana e l’unico suo approccio alla fede era stato, qualche tempo prima, con alcune suore di Madre Teresa che le parlarono proprio della Madonna e le insegnarono l’Ave Maria.

Una volta compreso chi fosse quella bella signora, la donna porta la statua alla piccola comunità cattolica che la espone nella parrocchia locale. Tutto questo accadeva alcuni anni fa. Solo di recente, per l’esattezza lo scorso anno, la storia ha ripreso a camminare: le suore la raccontano al cardinale Giorgio Marengo, missionario della Consolata e prefetto apostolico di Ulan Bator (capitale del Paese), che ne rimane estremamente colpito. «Ho subito pensato che la Vergine, attraverso questo ritrovamento, volesse dirci qualche cosa», afferma Marengo. Che ancora non riesce a spiegarsi «come quella statua abbia fatto a finire nella discarica visto che, soprattutto in quella parte del Paese, i cattolici sono pochissimi. Allora ho pensato che il Signore, attraverso la sua Santa Madre, si fa presente nelle situazioni più estreme per dirci quanto sia vicino ad ognuno di noi». Il cardinale matura nel tempo la convinzione che la statua di Maria ritrovata nella spazzatura simboleggi l’atteggiamento della Vergine «sempre pronta ad incontraci anche nei luoghi di disperazione, di scarto, di dolore, di abbandono».

Un altro pezzo importante della storia si compie l’8 dicembre 2022, solennità dell’Immacolata, quando Marengo decide di consacrare l’intera Mongolia a Maria. L’atto di consacrazione avviene nella cattedrale di Ulan Bator, proprio davanti alla statua della discarica, per l’occasione intronizzata nella stessa cattedrale e coperta con un manto particolare costruito, spiega il cardinale, «con tanti piccoli pezzi di stoffa inviati alla Prefettura Apostolica dalla maggioranza dei fedeli mongoli e dai missionari. Ogni piccolo pezzo di stoffa rappresenta un momento essenziale della loro vita».

L’epilogo si consuma a gennaio scorso quando Papa Francesco comunica a Marengo di aver deciso il titolo con cui d’ora in poi ci si potrà rivolgere alla bella signora della discarica: «Si chiama Madre del Cielo» — dice il cardinale — «e questo appellativo, scelto dal Papa tra altre proposte inviate da me dopo una consultazione tra fedeli, sacerdoti e missionari, è molto importante per la spiritualità mongola che indica il cielo come sede del divino».

Intanto, la devozione popolare aumenta, basti pensare che in questi giorni la statua è in pellegrinaggio e verrà portata in tutte le nove parrocchie della Mongolia fino al 15 agosto, solennità dell’Assunzione di Maria.

di Federico Piana