In visita dal 9 al 14 maggio

Tawadros II a Roma: l’abbraccio con Papa Francesco e la preghiera comune per i martiri

Pope Francis (R) listens to the Coptic Orthodox leader Tawadros II during a private audience in the ...
22 aprile 2023

Dal 9 al 14 maggio prossimi, il patriarca copto ortodosso di Alessandria Tawadros ii visiterà Roma. Ad illustrare ai media vaticani il significato di questo importante viaggio è padre Hyacinthe Destivelle, officiale del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani.

Padre Destivelle, cosa si vuole celebrare con questo viaggio a Roma di Tawadros ii ?

Festeggiamo tre eventi: il primo è il cinquantesimo anniversario del primo incontro tra un vescovo di Roma e un patriarca copto ortodosso. Si tratta dell’incontro a Roma del 10 maggio 1973 tra il patriarca — che ha anche titolo di Papa — Shenouda iii e Papa Paolo vi, che hanno firmato un accordo cristologico, molto famoso, che è servito come modello per accordi simili con le altre Chiese ortodosse orientali, che riconoscono i tre primi Concili ecumenici. Poi festeggiamo anche il decimo anniversario della prima visita di Tawadros nel 2013, qualche mese dopo l’elezione di Francesco e dello stesso Tawadros; e festeggiamo anche la fine di 1500 anni di controversie cristologiche intorno al Concilio di Calcedonia.

Si tratta, quindi, di un altro passo in avanti nel cammino dell’unità...

L’unità è un cammino, come spesso ribadisce Papa Francesco, e sicuramente questa visita sarà una pietra miliare sul nostro cammino verso l’unità. Ci sono già stati passi importanti nel passato, come l’invio di osservatori al concilio Vaticano ii da parte del patriarca Cirillo, la restituzione delle reliquie di san Marco nel 1968, la visita già citata del ’73, l’avvio di una Commissione mista bilaterale tra Chiese copta e cattolica. Adesso i rapporti teologici si svolgono nell’ambito di una Commissione mista tra la Chiesa cattolica e tutte le Chiese ortodosse orientali, nella quale la Chiesa copta gioca un ruolo particolare perché il co-presidente è un vescovo copto dall’inizio.

Durante la visita a Roma di Tawadros sono previsti diversi appuntamenti...

Il soggiorno a Roma del patriarca Tawadros comincerà con un pellegrinaggio alla tomba di san Pietro, poi il giorno dopo, il 10 maggio, parteciperà all’udienza generale in piazza San Pietro. Sarà quindi un modo per far conoscere meglio questa Giornata dell’amicizia copto-cattolica (che ricorre proprio il 10 maggio). Il giorno successivo, l’11 maggio, ci sarà l’udienza privata con il Santo Padre, che prevede anche un momento di preghiera nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo apostolico. Infine il 14 maggio il patriarca celebrerà con i suoi fedeli — in Italia sono circa centomila — nella basilica di San Giovanni in Laterano. Certo, in questo caso, l’uso della cattedrale del vescovo di Roma è stato concesso avendo in mente il carattere storico della visita e il numero dei fedeli che saranno sicuramente alcune migliaia. Il patriarca non celebrerà sull’altare del Papa, avrà il suo proprio altare dove celebrerà la Divina liturgia nel rito copto. C’è da precisare a questo riguardo che il Direttorio ecumenico al punto 137 afferma che «se sacerdoti, ministri o comunità che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica non hanno un luogo, né gli oggetti liturgici necessari per celebrare degnamente le loro cerimonie religiose, il Vescovo diocesano può loro permettere di usare una chiesa o un edificio cattolico e anche prestar loro gli oggetti necessari per il loro culto». Questo è spiegato anche al punto 33 del Vademecum ecumenico. Inoltre la Chiesa ortodossa copta è una Chiesa apostolica di cui la Chiesa cattolica riconosce tutti i sacramenti e con cui condivide la stessa concezione dell’Eucaristia e del sacerdozio. Visto il carattere particolare della visita, questa autorizzazione è stata pensata anche come un gesto fraterno rivolto alla Chiesa copta.

Ci sarà una preghiera comune per i martiri, anche quelli della Chiesa ortodossa?

Tutti abbiamo in mente il martirio dei 21 copti in Libia, uccisi il 15 febbraio 2015, di cui Papa Francesco ha sempre detto: «Sono anche i nostri martiri». La preghiera comune si svolgerà nella cappella Redemptoris Mater sul tema dell’«ecumenismo del sangue», perché per Papa Francesco il sangue dei martiri è seme di unità. I martiri sono già riuniti nel cielo, dice sempre il Papa, non vengono uccisi perché cattolici, ortodossi o protestanti ma perché cristiani. Quindi nel cielo sono già riuniti nella gloria di Dio perché hanno sofferto per il nome di Cristo. Il sangue dei martiri grida più forte delle nostre divisioni.

di Jean-Charles Putzolu