In dodicimila
in piazza San Pietro
«Ci canta nell’anima l’amore
del Signore»

 In dodicimila in piazza San Pietro  «Ci canta nell’anima l’amore del Signore»  QUO-094
22 aprile 2023

Sacro Cuore, mi fido di Te: ispirato dagli scritti di Armida Barelli e di padre Agostino Gemelli, il canto ritmato dal battito delle mani dei dodicimila presenti stamattina in piazza San Pietro, ha suggellato l’incontro di Papa Francesco con i partecipanti al pellegrinaggio in ringraziamento della beatificazione della cofondatrice dell’Università cattolica del Sacro Cuore (Uc), dirigente dell’Azione cattolica italiana (Aci), cofondatrice dell’Istituto secolare delle Missionarie della regalità di Cristo (Imr).

Lo hanno organizzato — a un anno dalla sua elevazione agli onori degli altari, il 30 aprile 2022, nel duomo di Milano — proprio queste tre realtà, i cui rappresentanti si sono alternati sul palco prima e dopo l’arrivo del Pontefice, in un momento, scandito da testimonianze e dalla preghiera, guidato dal vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale di Aci e Uc, e animato dalle corali dell’ateneo dei cattolici italiani e dell’Ac diocesana di Roma.

Quattro tematiche collegate alla figura di colei che negli ambienti in cui fu protagonista era chiamata “la Sorella maggiore” — la vocazione laicale, la spiritualità, la formazione delle giovani generazioni e l’eredità della beatificazione — sono state approfondite, tra gli altri, da Ernesto Preziosi, vicepostulatore della causa e autore del libro La zingara del buon Dio, con prefazione di Papa Bergoglio, e dalla palermitana Maria Saccone che da giovane ha abbracciato la spiritualità di Armida.

Un boato ha salutato l’arrivo di Francesco in piazza San Pietro a bordo della papamobile.

I canti Resta qui con noi e Jesus Christ you are my life hanno accompagnato il lungo giro tra i vari settori, tra bandiere e striscioni con frasi della beata, finché il vescovo di Roma ha raggiunto il sagrato della basilica Vaticana.

Nel saluto rivoltogli a nome dei presenti Emanuela Gitto, vicepresidente nazionale per il Settore giovani dell’Aci, ha ricordato quanto Armida abbia fatto «per la Chiesa e per l’Italia, per la formazione e la cultura, per le giovani donne, nella prima metà del secolo scorso».

«Siamo qui — ha aggiunto la ragazza — perché la storia della beata» (la cui prima memoria liturgica è stata celebrata lo scorso 19 novembre dal cardinale Parolin, segretario di Stato) «ci ha toccato personalmente e continua a farci ardere il cuore, mostrandoci che tutti, e soprattutto noi laici, possiamo tendere alla santità, nella semplicità delle nostre vite. Il suo esempio di spiritualità ispirata a san Francesco, la sua dedizione incondizionata e la sua relazione intima con Gesù sono per noi esempio vivo di una santità possibile, a partire dal quotidiano».

La preghiera e la devozione al Sacro cuore — ha concluso la Gitto — erano «la sua bussola: “di Te mi fido, a Te mi affido, in Te confido”. E nel diario scriveva: “mi canta nell’anima l’amore del Signore”. Anche noi, oggi, diciamo a gran voce che “ci canta nell’anima l’amore del Signore”».

Al termine il Papa ha pregato davanti alle reliquie della Barelli, mentre i presenti si preparavano per la celebrazione della messa presieduta nello stesso luogo dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. «La storia dell’Ac e della Uc — ha detto tra l’altro all’omelia — racconta di come la beata Armida abbia interpretato il suo tempo, la sua vocazione e la sua missione. Lo Spirito di Dio ha dato vigore a una giovane libertà, a un gruppo di cristiani chiamati ad abitare il loro tempo come il tempo di occasioni da non perdere, di sfide da raccogliere, di una inerzia insopportabile. Ha così infuso nella comunità ecclesiale, in uomini e donne del quotidiano e dell’ordinario un ardore straordinario, una lungimiranza piena di fascino e di audacia, una passione contagiosa per la Chiesa, per la missione, per la cultura, per l’Italia». Da qui l’invito del presule — alla vigilia della Giornata per l’Uc che ha per tema «Per amore di conoscenza. Le sfide del nuovo umanesimo» — a «raccogliere la testimonianza di Armida e dei fondatori dell’ateneo, accogliere Gesù e consentire allo Spirito di Dio di vincere il demone del malumore e dello scontento per non avere paura e perseverare nella missione».