Spunti di riflessione

La svolta buona

 La svolta buona  QUO-092
20 aprile 2023

Il titolo era: «Giovani, non trovate lavoro? La svolta buona è farsi prete». Così scriveva una giornalista abbastanza allegramente: «Quei seicentomila giovani italiani che cercano un lavoro e non lo trovano, hanno forse una speranza. Non la politica, mestiere faticoso, accidentato benché remunerativo. L’unico porto franco è la carriera ecclesiastica. Sì, farsi preti. Perché non ci avete ancora pensato? Un breve elenco di vantaggi connessi: vitto e alloggio gratis, stipendio dignitoso; possibilità di carriera. La vita del prete non è affatto, male... Certo, come in tutte le professioni ci sono dei contro, dei sacrifici da fare: alzarsi all’alba per la preghiera, mancare gli anticipi di campionato di calcio per il Rosario e i Vespri, avere a che fare con estreme unzioni e feretri… Fatevi preti e suore, giovani, è questa ormai la rivoluzione!».

Fin qui la riflessione della spiritosa giornalista che, forse, rispecchia anche la mentalità di tanta gente! Forse bisognerebbe chiederlo a quei più di quattrocento preti che nel corso dell’ultimo anno sono stati uccisi in tutto il mondo.

O forse non ha tenuto conto che secondo una ricerca dell’Università di Oxford «il prete figura tra le dieci professioni a rischio psicopatia» (Kevin Dotton), dopo i poliziotti, gli infermieri e i terapisti!

Nella Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra in questa domenica, ho voluto prendere spunto da questo articolo, per invitarvi a riflettere sulle vocazioni e, soprattutto, a pregare per le vocazioni.

Perché la Chiesa non ha bisogno di mercenari, di mestieranti, di personalità “schizzate” ma — come dice il Vangelo — ha bisogno di pastori, di persone libere e gioiose, che si preoccupino che voi abbiate una vita piena, abbondante, gioiosa.

Non servono sacerdoti mediocri. La mediocrità non fa bene a nessuno, e meno che mai a un rappresentante di Cristo! Diceva don Mazzolari: «Se io non porto Cristo agli uomini, sono un prete fallito. Posso fare molte cose buone nella vita, ma l’unica veramente indispensabile nella mia missione di prete è questa: comunicare il Salvatore agli uomini, che hanno fame e sete di lui!».

Pregate perché anche noi siamo così. Innamorati di Dio, capaci di trasmettere anche a voi un po’ di questo amore. Perché capiamo che non basta una vita a ricambiare l’amore che Dio ha avuto per noi. Perché non ci sentiamo degli “arrivati”, ma viviamo con l’insoddisfazione di non essere ancora come Dio ci vuole.

Pregate perché, precedendovi con l’esempio di una vita coerente, possiamo camminare insieme dietro all’unico vero pastore, che è Cristo.

di Leonardo Sapienza
 

Il Vangelo in tasca

30 aprile, iv Domenica di Pasqua

Prima lettura: At 2, 14. 36-41;
Salmo: 22;
Seconda lettura: 1 Pt 2, 20-25;
Vangelo: Gv 10, 1-10.