Testimonianze
Nel secondo anniversario del viaggio del Papa in Iraq

Sviluppare l’arte dell’incontro

 Sviluppare l’arte dell’incontro  QUO-091
19 aprile 2023

I riflessi positivi della visita di Papa Francesco in Iraq (5-8 marzo 2021) continuano a emergere, confermando l’urgenza e il potenziale del dialogo fraterno tra musulmani e cristiani. Il 20 marzo il cardinale Silvano Maria Tomasi ha incontrato il Santo Padre per riferirgli di una conferenza che si è tenuta presso l’università di Kufa, a Najaf, nell’anniversario dello storico pellegrinaggio del Papa. Insieme a lui c’erano Lord Daniel Brennan KC, Stephen B. Young, global executive director della Caux Round Table for Moral Capitalism, e chi scrive. Oltre a partecipare agli incontri di Najaf, gli accompagnatori del cardinale Tomasi avevano lavorato insieme a studiosi musulmani presso l’università Hamad Bin Khalifa a Doha, in Qatar, sugli accordi del profeta Maometto che promettevano protezione a diverse comunità di fede. Questa ricerca — ancora in corso — attinge alla “memoria storica comune” delle comunità musulmana e cristiana per gettare nuova luce sugli impegni reciproci tra confessioni per la “pacifica coesistenza”.

All’università di Kufa, studiosi di religione, di storia e di diritto hanno presentato prove complementari agli accordi dalla prospettiva sciita, con particolare attenzione ai principi di governo attuati e promossi dall’imam Ali. Gli studiosi hanno sottolineato che, alla base, l’islam evocava «principi universali di fratellanza», estendendo rispetto e tutele alle persone di altre religioni. In particolare, il primissimo governo istituito dal profeta e dai suoi successori impegnava alla tutela di chiese, monasteri, libertà di scelta e riti di culto. Derivato da testi giuridici e religiosi, questo impegno per l’armonia sociale, che includeva la diversità, è stato indicato come il risultato naturale della preghiera nel culto al “Dio unico e misericordioso”.

Durante l’intero atto, i religiosi e gli studiosi musulmani hanno parlato dell’impatto della visita del Papa. A livello pratico e pastorale, la presenza di Francesco ha portato in Iraq la tanto necessaria guarigione e speranza dopo la sofferenza e la devastazione della guerra. Anche l’incontro del Pontefice con l’ayatollah al-Sistani è stato apprezzato come «atto profetico», che ha ispirato una via per andare avanti nello stesso luogo «dove è nato Abramo».

Oltre agli atti accademici formali, a Najaf si sono tenuti incontri con tre fondazioni religiose. Dopo la visita di Papa Francesco, sia la formazione nei seminari sciiti sia le istruzioni per la preghiera del venerdì nelle moschee di tutto l’Iraq hanno sottolineato i principi di «fratellanza nella fede, fratellanza nell’umanità». E questi non sono che punti di partenza. Sebbene l’obiettivo principale di questo dialogo accademico e religioso fosse di estrarre gli insegnamenti sociali delle fonti islamiche originali, è stato condiviso con i partecipanti anche un riassunto dell’enciclica Fratelli tutti, con le sue relative lezioni per sviluppare “l’arte dell’incontro”. Il dibattito ha riguardato inoltre le implicazioni pratiche dell’applicazione, nel camminare insieme in unità a partire dalle diversità e all’interno delle stesse, del modello del “poliedro” spesso invocato dal Santo Padre.

Dopo l’isolamento e l’emarginazione dovuti alla guerra, e la loro stereotipizzazione negativa in Occidente, i religiosi e gli studiosi a Najaf sono pronti e disponibili a trarre slancio dalla visita del Papa per future collaborazioni con il Vaticano, come anche con gli istituti e le università cattolici. Gli studiosi e i funzionari dell’università hanno espresso la loro ammirazione per l’impegno di Papa Francesco quale responsabilità per uno scambio maggiore tra le religioni e le istituzioni. Oltre a ospitare nuovi seminari e conferenze, anche in altri luoghi, e tradurre testi gli uni per gli altri, tra le varie possibilità c’è quella di creare opportunità per gli studiosi e istituire borse di studio per gli studenti, al fine di svolgere ricerche nelle reciproche istituzioni.

Le autorità religiose a Najaf hanno inoltre invitato alla collaborazione reciproca su diversi fronti. Uno di questi è l’esplorazione comune degli insegnamenti sociali di Gesù e del profeta Maometto, con esperti musulmani e cristiani che applichino insieme questa saggezza delle fonti originali alle esigenze che l’umanità deve affrontare al presente. Un altro invito riguarda la creazione di opportunità perché autorità religiose di ciascuna tradizione partecipino in qualche modo alla formazione di sacerdoti e imam, piantando così i semi per una maggiore inclusività nelle moschee e nelle parrocchie.

di John Dalla Costa
Caux Round Table for Moral Capitalism