Il grazie dei ragazzi di Casal del Marmo al Papa dopo la messa del Giovedì santo

Acqua sui piedi
e acqua sulla faccia

 Acqua sui piedi e acqua sulla faccia  QUO-086
13 aprile 2023

«La messa in Coena Domini di Papa Francesco nel carcere minorile di Casal del Marmo di Roma è stata una ventata di speranza, non solo una carezza e un po’ di acqua sui piedi di quei ragazzi, ma una secchiata in faccia per noi»: prendo in prestito queste parole con cui un confratello salesiano ha descritto questo prezioso momento. Papa Francesco ha portato speranza nel cuore di questi ragazzi, non solo dei 12 che hanno accettato con tanta gioia e gratitudine di lasciarsi lavare i piedi, ma anche degli altri che hanno partecipato alla celebrazione. Ma le parole ed i gesti del Pontefice hanno “scombussolato” soprattutto il cuore di agenti, educatori, personale e volontari: ci ha ricordato che tra noi e questi giovani non ci sono differenze, tutti possiamo sbagliare, «scivolare» come ha detto il Papa; nessuno è esente dal peccato e dal male, ma tutti possiamo cadere. E la cosa più bella che Francesco ci ha ricordato è che, ognuno di noi, ha in sé la «dignità» di essere peccatore. Sì, perché c’è una dignità anche in questo: coloro che “scivolano” portano in sé stessi la dignità dei figli di Dio, la dignità di essere oggetto della Sua grazia che perdona sempre.

Ciò che più ha colpito i ragazzi è stata la tenerezza di quel bacio al piede: una “persona importante” per qualunque credo religioso, si è piegato, ha toccato quei piedi di cui spesso i giovani si vergognano, e li ha baciati. I ragazzi hanno apprezzato moltissimo la disponibilità di Papa Francesco che ha voluto venire lo stesso nonostante il recente ricovero ed ha voluto stare in piedi per tutto il momento della lavanda dei piedi. Molti di loro si sono commossi, molti non ce l’hanno fatta a dire qualcosa se non un “grazie”; altri, più spigliati, hanno rivolto qualche parola al Pontefice, ma tutti, davvero tutti portano nel cuore la tenerezza di quel sorriso e di quello sguardo.

Francesco ha inoltre spiegato loro in modo semplice il significato di quel gesto, ha parlato dell’aiutare gli altri e della necessità di non ragionare con la logica del “fregare gli altri”. Alla celebrazione erano presenti alcuni ragazzi che ultimamente avevano avuto tra loro delle discussioni importanti: non nego che tutti avevamo un po’ paura che l’occasione di ritrovarsi insieme avrebbe potuto accendere nuovamente il confronto. Ed invece credo che per loro le parole del Papa siano state un grande invito alla pace, al perdono e all’accoglienza dell’altro.

La maggioranza dei giovani ha chiesto al Papa una preghiera per loro o per le loro famiglie. Questo ci dice che hanno sentito il Pontefice come un vero tramite, come qualcuno che ha testimoniato, con quel bacio e quel sorriso, che Dio non disprezza nessuno, ma accompagna, ama e perdona. A volte i sensi di colpa mangiano il cuore dei ragazzi, ma Francesco con le sue parole e con il gesto della lavanda dei piedi ha comunicato loro una verità: a Dio non importa che l’abbiano fatta grossa, Egli li ama così come sono.

A noi adulti il Papa ha ricordato che siamo chiamati a guardare questi giovani con occhi di speranza, liberi da ogni giudizio, perché nessuno può e deve giudicare nessuno. Tutti possiamo “scivolare” ma tutti veniamo perdonati da Dio.

Uno dei ragazzi ha scritto per il Papa un piccolo saluto che poi gli ha consegnato alla fine della visita. L’ha scritto di suo pugno e con il cuore. Ha voluto ringraziare Francesco per essere venuto nonostante il suo recente ricovero, ma soprattutto lo ha ringraziato per averli guardati in modo diverso da come li guardano il mondo e l’opinione pubblica. Cito le sue testuali parole: «Grazie perché ci ha valorizzati e guardati così come siamo: ragazzi e ragazze, giovani anime piene di vita e di sogni da realizzare».

Per tutti noi, ragazzi e adulti presenti a Casal del Marmo, la visita del Pontefice ci ha lasciato questo invito a guardare l’altro con occhi di speranza, ad avere sogni grandi nel cuore, a non vergognarci delle nostre debolezze ma a sentire nel cuore la «dignità di essere peccatori» amati e perdonati.

di Aurora Consolini
Religiosa Figlia di Maria Ausiliatrice, volontaria nel carcere di Casal del Marmo