All’udienza generale l’auspicio di Francesco a sessant’anni dalla storica enciclica di Giovanni XXIII

I capi delle nazioni si ispirino alla «Pacem in terris»

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12 aprile 2023

«Uno squarcio di sereno in mezzo a nubi scure» il cui «messaggio è attualissimo». Così Papa Francesco ha ricordato l’enciclica di san Giovanni xxiii Pacem in terris all’indomani del 60° anniversario della pubblicazione. All’udienza generale di stamane, mercoledì 12 aprile, Papa Bergoglio ha sottolineato come Roncalli la «indirizzò alla Chiesa e al mondo nel pieno della tensione tra i due blocchi contrapposti nella cosiddetta guerra fredda», aprendo «davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlare di pace e costruire la pace: il disegno di Dio sul mondo e sulla famiglia umana». Per il vescovo di Roma essa «fu una vera benedizione»: da qui l’invito a leggerla rivolto ai credenti e agli uomini e alle donne di buona volontà di oggi, con l’auspicio che «i capi delle nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni». E il pensiero del Pontefice non poteva non andare, subito dopo, alla martoriata Ucraina: «preghiamo per quanto soffre» il Paese europeo, ha chiesto ai presenti in piazza San Pietro e a quanti lo seguivano attraverso i media.

In precedenza Francesco aveva tenuto la catechesi proseguendo l’approfondimento della figura dell’apostolo Paolo come testimone di zelo apostolico, ovvero di quella passione per l’evangelizzazione che è il tema dell’attuale ciclo di riflessioni. Con linguaggio ricco di richiami al contesto attuale, ha spiegato come le parole dell’apostolo delle genti riconducano all’insegnamento che «non c’è cristiano se non in cammino» e «non c’è annuncio senza movimento». Perché, ha avvertito, «non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come “leoni da tastiera” e surrogando la creatività con il copia-e-incolla di idee prese qua e là», ma «muovendosi, camminando, andando».

La catechesi

I saluti