Il battesimo di Destiny

 Il battesimo  di Destiny  QUO-084
11 aprile 2023

Destiny è arrivato in Italia su un barcone dalla sua Nigeria. Durante la veglia pasquale, nel giorno del suo compleanno, ha ricevuto il battesimo, la cresima e la comunione dalle mani del Papa. Destiny Chigoziem Osonyeokele è divenuto cristiano vivendo l’esperienza fraterna dell’accoglienza in una parrocchia romana attraverso la Caritas. Su quel barcone in mezzo al Mediterraneo, fuggendo dalla disperazione, neppure tra i sogni più “impossibili” di Destiny c’era quello di una inclusione sostenuta dall’acqua benedetta versatagli sulla testa dal Pontefice in persona.

Con Destiny hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana altri sette catecumeni: Biliannis Guillermina Alvarez Chirinos, Almira, Elton e Ermelina Ismailaj, Auriea Louise Veronica Harvey, Francis Xavier Phi e Omar Sais. Tre provengono dall’Albania, due dagli Stati Uniti d’America, uno dall’Italia, dal Venezuela e, appunto, dalla Nigeria. Francesco li ha personalmente salutati, a uno a uno, nella cappella della Pietà al termine della veglia.

La celebrazione presieduta dal Pontefice ha avuto inizio alle 19.30, nell’atrio di San Pietro, con il rito del “lucernario”, con la benedizione del fuoco e del cero pasquale. Durante la processione verso l’altare della Confessione, nella suggestiva penombra della basilica, sono state via via accese le candele fino ad arrivare alla bellezza dell’illuminazione completa, mentre risuonavano il canto del Gloria e il suono a distesa delle campane.

Il cero pasquale collocato sul candelabro e il canto del preconio (Exsultet), con la liturgia della parola in diverse lingue, hanno fatto vivere l’essenza della verità di Pasqua. Il Papa — preso posto accanto alla statua bronzea di san Pietro — ha pronunciato l’omelia per poi battezzare e cresimare gli otto catecumeni, accompagnati da padrini e madrine.

In particolare, alla preghiera dei fedeli, sono stati nuovamente ricordati «i nuovi cristiani» perché siano «gioiosi e coraggiosi testimoni della fede». Inoltre si è pregato Dio perché spenga «l’odio dei violenti», apra «sentieri di perdono e di pace», liberi «dall’oppressione il cuore di quanti sono afflitti nel corpo e nello spirito», rinnovi «la speranza nei poveri» e instauri «la giustizia del tuo Regno».

All’altare si sono accostati i cardinal Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Giovanni Battista Re e Leonardo Sandri, decano e vice decano del collegio cardinalizio.

Erano presenti in basilica 32 porporati. Hanno concelebrato 22 tra arcivescovi e vescovi e numerosi sacerdoti. Con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede erano gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, e Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali; i monsignori Roberto Campisi, assessore per gli Affari generali, Daniel Pacho, sotto-segretario per il settore multilaterale della Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, e Joseph Murphy, capo del Protocollo.

Alla celebrazione erano presenti, tra gli altri, i reali del Belgio, il luogotenente dell’Ordine di Malta e alcuni rappresentanti ecumenici.

Il servizio dei ministranti è stato prestato dal Pontificio Collegio Nepomuceno. I canti sono stati eseguiti dal coro della Cappella Sistina con il coro guida, che, al termine, hanno intonato l’antifona mariana Regina caeli.

La messa della domenica in piazza San Pietro


In piazza San Pietro, nella Domenica di Pasqua, alle 10, il Pontefice ha presieduto la celebrazione della messa, preceduta dalla preghiera del Rosario.

Salito il Papa all’altare, si è compiuto il rito del Resurrexit: «Pietro testimone della risurrezione». Due diaconi hanno aperto gli sportelli dell’icona del Santissimo Salvatore che Francesco ha venerato mentre il diacono ha cantato l’annuncio pasquale. Il Pontefice ha quindi asperso i presenti con l’acqua benedetta.

Le letture sono state proclamate in spagnolo e francese, il salmo è stato cantato in italiano. Quindi, dopo la Sequenza, la proclamazione del Vangelo è avvenuta in latino e in greco.

Alla preghiera dei fedeli, sono state elevate suppliche «per la santa Chiesa di Dio» (in cinese), per i nuovi battezzati (in tedesco), «per i popoli della terra», perché «la pace, dono del Risorto e aspirazione dei popoli, trionfi sul frastuono delle armi e sull’odio che semina morte e tutte le nazioni conoscano una nuova civiltà fondata sull’amore» (in inglese). Quindi, in arabo, si è pregato «per quanti soffrono», in particolare perché «i malati, i poveri e le persone sole celebrino il mistero pasquale nella consolazione, e, attraverso la carità dei fratelli, sperimentino la tenerezza di Dio». E, infine, in italiano per i defunti. All’offertorio i doni sono stati presentati al Pontefice da quattro famiglie.

All’altare si sono accostati i cardinali Re, Sandri e Francis Arinze.

In piazza San Pietro erano presenti 26 porporati. Hanno concelebrato numerosi arcivescovi (tra i quali il sostituto Peña Parra), vescovi e sacerdoti.

Il servizio dei ministranti è stato prestato dalla Società San Paolo. I canti sono stati eseguiti dal coro della Cappella Sistina con il coro guida e i cori del Pontificio Collegio Germanico-Ungarico e del Collegio Beda.

Come già alla veglia, erano presenti i reali del Belgio.

A conclusione della celebrazione, il Papa ha voluto compiere un lungo giro sulla jeep, fino a piazza Pio xii e via della Conciliazione, per salutare da vicino i tantissimi pellegrini. Un gesto che, come già nella Domenica delle Palme, ha suscitato un particolare calore.

Il giardino fiorito


Intorno all’altare, il vero e proprio “giardino” allestito dai floricoltori dei Paesi Bassi, com’è tradizione dal 1985. Circa 38 mila bulbi fioriti hanno “collegato” il sagrato e la piazza: 15 mila tulipani, altrettanti narcisi gialli, più di 3000 giacinti azzurri e rosa, e 600 muscari blu. Artistiche composizione sono state realizzate con 6000 rose grandiflora Avalanche, 500 fiori di anthurium, 500 delphinium in 3 colori, 500 crisantemini multiflora viola, con oltre 100 azalee fiorite e 125 edere ricadenti. Novità di quest’anno 1500 celosie cristate Reprise, in tre colori (rosso scuro, rosa e arancione). Oltre seimila, infine, gli steli della rosa grandiflora Avalanche.

Il messaggio “Urbi et Orbi”


Il Pontefice si è quindi recato nell’Aula delle Benedizioni per affacciarsi alla loggia centrale della basilica per il messaggio pasquale e la benedizione “Urbi et Orbi”.

Nell’Aula il Papa ha salutato e ringraziato coloro che hanno donato e allestito (con la collaborazione dei Giardini vaticani) le decorazioni floreali in piazza San Pietro. Con i fioristi neerlandesi era il ministro delle Finanze dei Paesi Bassi e i professori di floristica di biotecnologie di Naklo, in Slovenia.

A mezzogiorno in punto Francesco si è affacciato alla loggia, ricevendo gli onori militari da un gruppo interforze italiano e dalle guardie svizzere e ascoltando gli inni italiano e pontificio eseguiti dalle bande musicali dei Carabinieri e vaticana.

Sulla loggia, accanto al Papa, erano i cardinali diaconi James Michael Harvey e Ernest Simoni, 94 anni, testimone della persecuzione in Albania: arrestato a Natale del 1963, è stato condannato prima a morte e successivamente ai lavori forzati anche nelle fogne di Scutari, esercitando poi clandestinamente il suo ministero sacerdotale.

Dopo il messaggio pasquale del Pontefice, il cardinale Harvey ha pronunciato una formula che abbraccia proprio tutti, annunciando la concessione dell’indulgenza plenaria: «Il Santo Padre Francesco a tutti i fedeli presenti e a quelli che ricevono la sua benedizione, a mezzo della radio, della televisione e delle altre tecnologie di comunicazione, concede l’indulgenza plenaria nella forma stabilita dalla Chiesa. Preghiamo Dio onnipotente perché conservi a lungo il Papa a guida della Chiesa, e conceda pace e unità alla Chiesa in tutto il mondo».

Il Pontefice ha impartito la benedizione “Urbi et Orbi”. Sono stati quindi nuovamente resi gli onori militari ed eseguiti gli inni.