Il racconto

«Vogliamo portare i giovani ucraini alla gmg di Lisbona»

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05 aprile 2023

Quando il Papa ha chiesto di pregare per le mamme dei «soldati ucraini e russi che sono caduti nella guerra», i loro sguardi mesti si sono incrociati, quasi a voler testimoniare il dolore del martoriato popolo ucraino. Si tratta di tre sacerdoti della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina impegnati nella pastorale giovanile.

Uno di essi, padre Gregorio Nazar, si occupa dei giovani che da un anno si sono rifugiati in Polonia, mentre i padri Rostyslav Pendyuk e Roman Demush sono responsabili della pastorale giovanile per i ragazzi rimasti in patria.

È lo sguardo di chi conosce dal vivo «la pazzia della guerra», di chi sa quale dramma si stia compiendo da un anno in Ucraina, e al tempo stesso di chi è pronto a giurare sulla forza dei giovani «testimoni dell’amore, che credono nella verità e a questa sono pronti a dedicare la vita».

«Siamo venuti per incontrare il Santo Padre, per illustrargli la nostra ferma volontà di portare quanti più giovani ucraini alla prossima Gmg» in programma ad agosto a Lisbona, racconta padre Roman, evidenziando come «la partecipazione possa essere un’occasione fondamentale per testimoniare la fede e la speranza dei giovani ucraini».

«Li vorremmo unire tutti insieme nella capitale portoghese, quelli che si sono rifugiati e sono ospitati in vari Paesi d’Europa, soprattutto nella vicina Polonia, e quelli che sono rimasti in patria, così che possano abbracciarsi ed essere a loro volta abbracciati», aggiunge il sacerdote, spiegando di aver già incontrato a tal proposito il cardinale Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che si occupa dell’organizzazione della Gmg.

In totale assonanza con l’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč degli Ucraini, Sviatoslav Shevchuk, «il nostro desiderio sarebbe riuscire a pregare insieme, con tutti i giovani del mondo, per la pace e la fine di tutte le guerre, affinché tacciano per sempre le armi». E «altrettanto importante — conclude il sacerdote — è fare in modo che questi ragazzi abbiano la possibilità di percepire la vicinanza dei loro coetanei e ringraziarli per non averli dimenticati».

Al suo arrivo, nonostante la temperatura non proprio primaverile, il Pontefice ha voluto percorrere più volte a bordo della papamobile il consueto giro della piazza per salutare i numerosi pellegrini. Immancabile la sosta per prendere in braccio un bimbo di pochi mesi e baciarlo teneramente sulla testa; così come particolarmente gradita quella per gustare il mate offertogli, come spesso capita, dai connazionali giunti dall’Argentina.

Per la messa del Crisma l’olio prodotto a Capaci


Stamane una piccola rappresentanza della Questura di Roma — guidata dal questore Carmine Esposito, e dal neo dirigente dell’Ispettorato di pubblica sicurezza presso il Vaticano, Antonino Messineo — ha portato in dono al Papa l’olio che abitualmente ogni vescovo consacra durante la messa del crisma. È stato prodotto a Capaci, nel Giardino della memoria, luogo in cui il 23 maggio di trentuno anni fa avvenne il feroce attentato, compiuto da “Cosa nostra”, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone e altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Proprio in vista degli imminenti anniversari delle stragi mafiose di Capaci e di via D’Amelio, la Questura di Palermo, insieme all’Associazione “Quarto Savona 15” (sigla radio dell’auto di scorta di Falcone) di cui è presidente la vedova Montinaro, hanno promosso questa iniziativa volta a diffondere i valori del ricordo e del sentimento religioso attraverso la donazione a tutte le diocesi italiane dell’olio che sarà benedetto nel Giovedì santo.

«Seguendo una direttiva del ministero dell’Interno — spiega il cappellano della Questura di Roma, don Nicola Tagliente — questa settimana ogni questore consegnerà al vescovo della diocesi di appartenenza alcune bottiglie di quest’olio. E noi abbiamo espresso il desiderio di consegnarlo al nostro vescovo».

Gli imprenditori del Veneto


In rappresentanza della piccola e media industria privata delle province venete di Venezia, Rovigo e Belluno, questa mattina una delegazione ha raggiunto di buon’ora il sagrato sinistro di piazza San Pietro. «In concomitanza con la Settimana santa è per noi fonte di incoraggiamento poter ascoltare le parole del Santo Padre e ricevere la sua benedizione» affermano Marco Dall’Acqua e Nicola Zanon, rispettivamente vice presidente della Confederazione italiana della piccola e media industria (Confapi) e direttore della sezione veneziana. I due hanno sottolineato come il mondo di quella che è una delle colonne portanti dell’economia italiana sia stato particolarmente colpito dalla pandemia di covid-19 e quanto «sia importante per tutte le famiglie, nessuno escluso, superare questo periodo non facile».

L’associazione è impegnata nella promozione dello sviluppo del territorio e, negli ultimi anni in particolare, ha svolto attività di supporto, creando sinergie e solidarietà. In special modo verso quelle imprese minori più colpite dalla crisi, anche in collaborazione con la diocesi di Concordia-Pordenone. Particolare attenzione, inoltre, viene data alla formazione dei giovani imprenditori, al fine di favorirne e garantirne la partecipazione alla vita associativa. «Siamo arrivati a Roma una settimana fa per partecipare alle celebrazioni per i settantacinque anni della Confederazione nazionale, nata nel 1947 per rappresentare le esigenze e gli interessi della piccola e media impresa italiana» aggiungono i due responsabili.

I giovani di Univ a Roma per la Settimana santa


Erano oltre tremila in piazza San Pietro i giovani di Univ, studenti provenienti da circa duecento atenei di almeno trentacinque Paesi del mondo, che, come da tradizione iniziata nel 1968, si ritrovano a Roma per partecipare alle celebrazioni della Settimana santa con il Pontefice.

Questa iniziativa, nata grazie all’impulso di san Josemaría Escrivá de Balaguer, ha lo scopo di aiutare e sostenere i ragazzi a rinnovare la visione che hanno del mondo, degli altri e di se stessi. Su questa base gli studenti hanno promosso una colletta a favore della Turchia e della Siria per aiutare ad alleviare la crisi umanitaria e dare sostegno economico alle persone che lottano per ricostruire le loro esistenze dopo il devastante terremoto di due mesi fa.

Tema dell’edizione 2023 è “Il paradosso della felicità”, prendendo spunto da un pensiero del fondatore dell’Opus Dei: «Ciò che serve per raggiungere la felicità non è una vita comoda, ma un cuore amorevole».

Scout dal Belgio per una promessa rinnovata


Con il loro caratteristico abbigliamento — foulard al collo e pantaloncini corti — una ventina di giovani capi scout provenienti da Hasselt, in Belgio, hanno assistito festanti all’udienza generale. Al termine hanno anche potuto catturare un momento che porteranno per sempre nel cuore, quello della foto ricordo con il vescovo di Roma. Accompagnati dal responsabile monsignor Etienne Quintiens — collaboratore presso la nunziatura apostolica in Belgio e in passato segretario generale della Conferenza episcopale — sono venuti in occasione del centenario della loro sede, intitolata al fondatore: il sacerdote-insegnante Ludovic Van Winkel, meglio conosciuto come Lod Lavki. Sono circa 160 i giovani tra gli otto e i venticinque anni che abitualmente frequentano e partecipano alle loro attività.

di Fabrizio Peloni