DONNE CHIESA MONDO

LeFondatrici
L’impresa di suor Merlo delle Figlie di San Paolo

Tecla, lezioni di editoria

 Tecla, lezioni di editoria  DCM-004
01 aprile 2023

La comunicazione, la stampa, i libri, le riviste? Cose (anche) da donne. Così la pensava don Giacomo Alberione, il geniale fondatore della Famiglia Paolina, che già nel 1915 cercava ragazze disposte a seguirlo nella sua missione.

Siamo in Italia, in Piemonte, la Grande Guerra è cominciata. Dal piccolo comune di Castagnito accorre a piedi ad Alba una ragazza, attirata dalla fama del "Teologo”. I genitori non vogliono, temono che la tranquilla vita di sartina che hanno progettato per lei, gracile e di salute precaria, vada in un’altra direzione. Avranno ragione.

Teresa Merlo ha 21 anni. Nata il 20 febbraio 1894 a Castagnito d’Alba, secondogenita di agricoltori benestanti, si presenta dinanzi al giovane sacerdote che per primo intuì l’importanza della comunicazione per l’apostolato e l’evangelizzazione. E comincia facendo quel che sa fare e che occorre nel momento d’emergenza in cui si vive: cuce abiti per i soldati al fronte.

Ma in quella sartoria improvvisata nasce in pochi mesi il primo nucleo della congregazione delle Figlie di San Paolo: a lei e altre compagne, tutte con una istruzione modesta (nel suo caso addirittura “fatta in casa”) don Alberione affida la realizzazione tecnica del giornale diocesano La Valsusa. Nel 1922 insieme ad altre otto sorelle Teresa pronuncia la professione privata dei voti e si impegna con loro a servire la causa della “buona stampa”, diventando per tutti maestra Tecla, la prima superiora generale della nuova congregazione. Da qui quella della giovane aspirante sartina diventa una epopea.

All’inizio la visione di don Alberione aveva incontrato qualche ostacolo, anche nella Chiesa: il mondo della comunicazione era visto con diffidenza e poi destava perplessità che in questo progetto fosse data importanza alle donne, addirittura impiegate, già dagli anni Venti del secolo scorso, per andare casa per casa, a piedi o in bicicletta, a portare giornali, riviste o semplicemente il Vangelo. E quelle suore, che ad Alba avevano le mani sporche d’inchiostro… Ma lui e maestra Tecla tirarono dritto. C’era tanto da lavorare: i giornali delle diocesi, poi il settimanale «Famiglia Cristiana» (1931), le altre pubblicazioni.

Alla Famiglia paolina don Alberione, beatificato nel 2003, faceva vedere orizzonti infiniti. Maestra Tecla gli credette e lei stessa, con la sua modesta istruzione ma con tanta sapienza, formò generazioni di scrittrici per le varie pubblicazioni paoline, responsabili delle librerie, esperte nella diffusione di libri e periodici, addette al cinema e alla radio. «Aveva una sola strategia di mercato: questa iniziativa farà del bene? E allora facciamola. Non ci sono soldi? Se viene da Dio, i soldi si troveranno», ricorda l’attuale superiora generale delle Figlie di San Paolo, suor Anna Caiazza. Lei non l’ha conosciuta, ma è stata una biografia di maestra Tecla a conquistare prima i suoi genitori, facendo superare ogni resistenza alla scelta della vita consacrata, e poi lei stessa nella decisione di entrare nella Famiglia paolina.

Maestra Tecla viaggiò da un capo all’altro del mondo, a partire dagli anni Trenta, prima con la nave e poi in aereo, per visitare i Paesi dei cinque continenti in cui si erano insediate le sue “figlie”. Si emozionava per la sconfinata estensione delle città dell’America Latina, degli Stati Uniti, dei Paesi asiatici. «Quante persone, quante anime — esclamava — Vorrei poter stampare le suore, considerando quanti bisogni ed esigenze ci sono nel mondo».

Una volta, arrivata in Brasile, le dissero che la massa delle persone era analfabeta, non leggeva né libri né giornali, ma era appassionata di musica e ascoltava la radio. «E allora mettete il Vangelo in un disco!» rispose, con quello straordinario intuito che la accomunava a don Alberione. Come lui, voleva rivolgersi agli uomini e alle donne contemporanee, con gli strumenti che la contemporaneità offriva, per intercettarne i bisogni, le domande inespresse.

Perché maestra Tecla, proclamata venerabile nel 1991, era prima di tutto una madre. «Quando incontrava le sue sorelle — continua suor Anna Caiazza — non chiedeva mai: a quante messe hai partecipato oggi? Ma, guardandole negli occhi: come stai, come stanno i tuoi?». Quanto don Alberione e maestra Tecla fossero in anticipo sui tempi lo dice una data: dicembre 1963. Fu solo allora, con il concilio Vaticano ii , che il decreto Inter Mirifica sancì la bontà dei mezzi di comunicazione sociale al servizio dell’evangelizzazione. Maestra Tecla nel giugno dello stesso anno era stata colpita da spasmo cerebrale e morì pochi mesi dopo, nel febbraio 1964, ad Albano.

di Antonella Mariani
Giornalista di «Avvenire»


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Cinque congregazioni religiose, quattro Istituti di vita secolare consacrata e un Movimento laicale: la Famiglia Paolina, fondata dal 1914 al 1959, è legata nelle diverse declinazioni dalla stessa spiritualità. Delle cinque congregazioni religiose, tre sono femminili: le Figlie di San Paolo, le Pie Discepole del Divino Maestro e le Suore di Gesù Buon Pastore. Le Figlie di San Paolo sono presenti in 50 Paesi dei 5 continenti. Contano 1.912 suore professe e 208 comunità. Hanno 29 centri editoriali, 268 centri multimediali e 32 agenzie di distribuzione. In più, hanno 10 riviste, 5 centri di comunicazione e 2 centri biblici. In alcuni Paesi producono programmi per  radio e televisione