Il tema della settimana
I “Minerva Dialogues” e le nuove tecnologie: quali prospettive dopo l’udienza di Papa Francesco

Teologia, etica e scienza
a confronto

 Teologia, etica e scienza a confronto  QUO-075
30 marzo 2023

È stata un’esperienza molto importante quella che i partecipanti ai “Minerva Dialogues” hanno avuto con Papa Francesco durante l’udienza del 27 marzo scorso. Scienziati di ogni parte del mondo sono rimasti molto colpiti da quello che il Pontefice ha detto loro, soprattutto riguardo al rischio che le tecnologie digitali aumentino le diseguaglianze materiali e sociali compromettendo il senso della solidarietà tra le persone e i popoli. In questo senso il Pontefice ci ha indicato un obiettivo fondamentale a cui dobbiamo guardare: l’inclusione delle persone emarginate. «La nostra meta — ha detto — è che la crescita dell’innovazione scientifica e tecnologica si accompagni a una maggiore uguaglianza e inclusione sociale».

I “Minerva Dialogues” sono cominciati nel 2016 per iniziativa di un frate domenicano, Éric Salobir, che ha lavorato nell’ambito del confine tra teologia e tecnologia. Incontrando scienziati del Massachusetts Institute of Technlogy (Mit) di Boston ed esponenti della Silicon Valley, ha registrato il loro interesse e la loro volontà di venire a Roma per spiegare in Vaticano cosa stava succedendo nel campo delle tecnologie e delle intelligenze artificiali. È nata così l’idea di iniziare un dialogo.

Il primo incontro si è svolto nel convento domenicano romano della Minerva, dal quale poi l’iniziativa ha preso il nome. Da una parte c’erano scienziati, ingegneri, dirigenti d’azienda, giuristi, dall’altra rappresentanti della Chiesa, come officiali di Curia, teologi e moralisti. Lo scopo era di favorire maggiore consapevolezza, tenendo conto dell’impatto sociale e culturale delle tecnologie digitali, in particolare dell’intelligenza artificiale. Da parte nostra, abbiamo invitato quanti in Vaticano hanno competenze su internet e lavorano con le nuove tecnologie, oltre a capi dicastero, rappresentanti della Segreteria di Stato, membri della Pontificia accademia per la vita, dei Dicasteri per il servizio dello sviluppo umano integrale, per la comunicazione, e per la cultura e l’educazione.

In pratica, si tratta di un coinvolgimento interdicasteriale, in quanto l’argomento non è legato solo a un settore ristretto. In questi incontri ci riuniamo con esperti del mondo della tecnologia, i quali presentano la situazione attuale e cosa succederà nei prossimi anni, illustrando gli impatti nella vita sociale e quotidiana.

Questi scienziati e manager vogliono ascoltare il parere della Chiesa, dal punto di vista teologico ed etico. Vogliono sviluppare e migliorare il dialogo spiegando in cosa consistono la tecnologia, la trasformazione, gli sviluppi prevedibili. È nata così questa esperienza di dialogo, facendo emergere uno stile particolare. Tutti parlano liberamente a proprio nome, non come rappresentanti di qualche società o multinazionale.

Per il momento siamo 30 persone. Vi è un comitato direttivo che coordina gli incontri. È composto da 5 membri, tra i quali, io, il padre domenicano Salobir, il fondatore di Linkedin, Reid Hoffman, il vicepresidente tecnologia e società di Google, James M. Manyika, e Jean-Hugues Monier, dirigente della McKinsey.

L’idea di fondo è di indagare insieme per capirci meglio, per assicurarci che la tecnologia sia applicata per il bene dell’umanità, parlando anche con schiettezza in certi momenti. Con l’amicizia che a poco a poco si è instaurata, c’è più fiducia nel confrontarci.

Per il momento stiamo organizzando una riunione una volta l’anno. Dal 2016 al 2019 ci siamo visti in presenza, poi abbiamo continuato da remoto a causa della pandemia e quest’anno è stata la prima volta che siamo riusciti a essere tutti presenti di nuovo.

Per la prossima riunione non è stato ancora deciso il programma, stiamo pensando di ritrovarci una volta anche negli Stati Uniti d’America. Per il momento abbiamo coinvolto solo rappresentanti del Vaticano, ma a lungo termine vogliamo invitare anche i giovani teologi che operano nelle università cattoliche sparse per il mondo.

Vorrei aggiungere qualche dettaglio su padre Éric Salobir. È un ex banchiere, entrato nell’ordine dei predicatori nel 2000. È esperto di informatica e ha creato Optic, un think thank dedicato all’etica delle nuove tecnologie, con sedi a San Francisco, Parigi, Montreal, Ginevra, Roma, Oxford e Boston. Cerca di promuovere il dialogo tra i sostenitori dell’intelligenza artificiale e la Chiesa. È anche promotore generale per le comunicazioni sociali del suo ordine religioso e consultore del Dicastero per la comunicazione.

di Paul Tighe
Vescovo segretario del Dicastero per la cultura e l’educazione