Il Papa ricoverato al Policlinico Gemelli per curare un’infezione polmonare è rimasto «toccato dai tanti messaggi ricevuti in queste ore»

«Grazie per la vicinanza
e la preghiera»

A view shows a statue of late Pope John Paul II at the main entrance of Gemelli hospital on March ...
30 marzo 2023

«Sono toccato dai tanti messaggi ricevuti in queste ore ed esprimo a tutti la mia gratitudine per la vicinanza e la preghiera». Con un tweet sull’account @Pontifex il Papa ringrazia quanti stanno pregando per la sua salute da ieri pomeriggio, mercoledì 29 marzo, quando è stato ricoverato al policlinico Agostino Gemelli di Roma a causa di un’infezione polmonare. «Sua Santità ha riposato bene durante la notte» ha comunicato stamattina, giovedì 30, il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. «Il quadro clinico è in progressivo miglioramento e prosegue le cure programmate» ha aggiunto, sottolineando che «questa mattina, dopo aver fatto colazione», il Santo Padre «ha letto alcuni quotidiani e ha ripreso il lavoro» e che «prima del pranzo si è recato nella cappellina dell’appartamento privato, dove si è raccolto in preghiera e ha ricevuto l’Eucarestia».

Suscitando apprensione in tutto il mondo, la notizia del ricovero era stata diffusa nel primo pomeriggio di ieri, poco dopo le 16, dallo stesso Bruni, che poi in serata aveva emesso una nuova comunicazione ai giornalisti, informando come «nei giorni scorsi Papa Francesco» avesse «lamentato alcune difficoltà respiratorie» e che per questo si era recato presso l’ospedale romano «per effettuare alcuni controlli medici», l’esito dei quali aveva «evidenziato un’infezione respiratoria» (ma escluso il Covid-19), rendendo necessari «alcuni giorni» di degenza per «opportuna terapia medica».

Tra i primi a far giungere attestazioni di vicinanza, il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, attraverso il decano George Poulides, ambasciatore di Cipro, che formula i «più sentiti auguri di pronta guarigione. Attendiamo presto di rivederla in forze alla guida della Chiesa e pronto a testimoniarci ancora la bellezza della fede». Analoghe espressioni sono arrivate dalla Conferenza episcopale italiana, la cui presidenza, a nome di tutti i vescovi, assicura al Primate d’Italia «la preghiera corale delle Chiese» del Paese e, nell’augurargli una rapida ripresa, affida «al Signore i medici e il personale sanitario che, con professionalità e dedizione, si prendono cura di lui e di tutti i pazienti». Anche «la Chiesa di Roma esprime tutto il proprio affetto e la propria vicinanza al suo vescovo». Lo fa attraverso il vicariato che «assicura la preghiera incessante, ancor più forte in questo momento di difficoltà».