Il racconto

Braccia aperte a mamme
e bambini ucraini

 Braccia aperte a  mamme e bambini ucraini  QUO-074
29 marzo 2023

Papa Francesco ha accolto con un abbraccio 48 tra mamme e bambini fuggiti dalla guerra in Ucraina e ospitati dalla comunità parrocchiale di Sant’Agnese a Cancello, nel Casertano. «Da un anno, era il 21 marzo 2022, vivono nei locali parrocchiali, tra la casa canonica e le aule trasformate in camere da letto» racconta don Gennaro Garzone, parroco da 6 anni.

«Il Papa ha avuto la premura di salutare personalmente, a uno a uno, tutti i componenti del gruppo» fa presente il sacerdote. «Una pace autentica — rilancia — non può esistere se non si radica nell’amore di Dio e del prossimo». E così, come parrocchia, «ci siamo affidati a Dio e Lui ha usato tante braccia che, con carità, hanno saputo accogliere e dare speranza a queste persone segnate dalla guerra».

«È un progetto di accoglienza che va ancora avanti, appunto, perché è sostenuto solo e soltanto dalla misericordia di Dio» aggiunge don Garzone. Attraverso la Caritas, e «soprattutto, la comunità parrocchiale che, con tantissimi sforzi, sta rendendo possibile questa esperienza di condivisione».

Il libro di favole in ricordo di Claudio Lasala


Ventiquattro alunni della classe 2b dell’Istituto scolastico D’Azeglio/De Nittis di Barletta hanno realizzato il sogno di consegnare nelle mani del Papa il libro di favole scaturite dalla loro fantasia. Le hanno scritte in ricordo di Claudio Lasala, giovane ucciso a coltellate nell’ottobre del 2021.

«I bambini hanno sofferto tantissimo per quell’episodio di violenza inaudita: un dramma che ha sconvolto l’intera città» confida Mariagrazia Vitobello, l’insegnante che li ha accompagnati in piazza San Pietro. E proprio «i bambini — afferma — hanno tanto da insegnare agli adulti in tema di rispetto, sicurezza e amore».

Il Nato Defense College per la pace


Sono 38 i Paesi rappresentati dai corsisti frequentatori del “Senior course n. 142” e del “Regional Cooperation Course” e dallo staff del Nato Defense College. Stamani in piazza San Pietro hanno testimoniato proprio come questa multietnicità permetta di costruire una rete di rapporti in un contesto multi-culturale, di crescere nella reciproca comprensione e di approfondire la consapevolezza di quanto sia necessario collaborare per il conseguimento della pace.

In questa linea è fondamentale «la cura dell’aspetto socio-relazionale, anche creando spazi di confronto con le famiglie di appartenenza dei corsisti, proprio perché una maggiore inclusività familiare permette maggiore coesione» affermano i responsabili del corso. Lo scopo principale del Nato Defense College «è formare futuri ufficiali dei Paesi membri», consapevoli della necessità della solidarietà per promuovere la giustizia e la pace.

L’Istituto agrario Garibaldi nel segno della Laudato si’


«Da 150 anni sulle nostre tenute vengono formati, con passione, tecnici qualificati nel settore agroalimentare e ambientale»: così Andrea Pontarelli, preside dell’Istituto tecnico agrario Giuseppe Garibaldi a Roma, traccia il profilo di quella che è «una vera e propria oasi» del settore primario all’interno del tessuto urbano della capitale. «Per la nostra comunità educativa l’enciclica Laudato si’ ha costituito linfa vitale e fonte di ispirazione. Condividiamo con Papa Francesco il concetto di un’agricoltura che sia sorgente di vita, fratellanza e rispetto verso il prossimo e verso il Creato».

In particolare, per il dirigente scolastico riveste oggi una particolare importanza la pratica di una «agricoltura biologica, rispettosa dell’ambiente e in grado di garantire il bisogno alimentare». Gli studenti — in 150 hanno disabilità — hanno voluto donare al Pontefice olio, vino, pasta e miele, frutto della loro attività. Al termine dell’udienza generale, il gruppo dell’Istituto ha partecipato alla messa celebrata, nella basilica Vaticana, dal vescovo ausiliare di Roma, monsignor Dario Gervasi.

La scuola in Honduras dove si studia italiano


Emozionatissimi al punto di non aver chiuso occhio per tutta la notte, i 29 alunni (tra i 12 e i 17 anni, con indosso i vestiti tradizionali, espressione della loro cultura) della scuola di Puerto Cortes in Honduras sono stati tra i primi stamani ad arrivare in piazza San Pietro. E anche infreddoliti per la temperatura, abituati ai circa 40 gradi della loro città.

Quello di Puerto Cortes è l’unico istituto scolastico nel Paese in cui si studia l’italiano. «Molti di loro per poter acquistare il biglietto aereo sono andati a lavorare» spiega Gillian Gómez, ministro incaricato d’Affari all’ambasciata di Honduras presso la Santa Sede, che — con Cande Reyes, ministro dell’ambasciata honduregna in Italia e il deputato Mario Gonzáles — ha organizzato il progetto “Ambasciatori culturali 2023” con l’intento di approfondire la conoscenza della cultura italiana, anche attraverso lo scambio, il confronto e la relazione con studenti. In programma, in particolare, la visita all’Istituto San Sisto vecchio a Roma, affidato alle suore domenicane di San Sisto, mentre in una scuola di Firenze verrà affrontato anche il tema del cambiamento climatico.

Un satellite missionario di speranza


«Se quella sera del 27 di marzo del 2020, con la Statio Orbis in piazza San Pietro, Papa Francesco stringeva in un abbraccio ideale tutta l’umanità, rilanciando l’immagine del colonnato del Bernini, con il viaggio del satellite vogliamo prolungare ancora quell’abbraccio missionario di speranza»: con queste parole monsignor Lucio Adrián Ruiz, segretario del Dicastero per la comunicazione, racconta il progetto “Spei Satelles” che prenderà letteralmente il volo il prossimo 10 giugno dalla base di lancio di Vandemberg in California.

Il satellite “CubeSat”, costruito dal Politecnico di Torino e lanciato dall’Agenzia spaziale italiana con un razzo vettore, porterà in orbita un “nanobook” (una lastra di silicio, di 2 x 2 x 0,2 millimetri) in cui è stato inciso il libro del Papa Perché avete paura? Non avete ancora fede?, che raccoglie, appunto, il messaggio della Statio Orbis.

«Portare un messaggio di speranza e pace, un messaggio missionario per arrivare idealmente ai “più lontani dalla fede”», spiega monsignor Ruiz, è l’obiettivo che ha portato a questa realizzazione in cui è stato fondamentale anche l’apporto del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), di D-Orbit, dell’Istituto universitario salesiano di Venezia e dell’arcidiocesi di Torino.

Compagni di seminario celebrano il 50° di sacerdozio


«A distanza di cinquant’anni sentiamo forte la gioia di vivere in unità con il Santo Padre». All’unisono. questa mattina sul sagrato di piazza San Pietro, alcuni compagni di seminario hanno voluto ricordare, con Francesco, il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale. Tra loro, gli arcivescovi Bruno Forte, Vincenzo Pelvi e Salvatore Visco, il vescovo Lucio Lemmo e alcuni sacerdoti.

Un mosaico, riproduzione di un’opera del Botticelli


Infine Papa Francesco, al termine dell’udienza generale, ha benedetto un mosaico, riproduzione de La Madonna del Magnificat di Sandro Botticelli. L’opera è stata voluta, nel 2021, dalla signora Callista L. Gingrich, già ambasciatore degli Stati Uniti d’America presso la Santa Sede, proprio a conclusione del suo servizio diplomatico. Il mosaico, realizzato dall’artista Claudio Ungureanu, è nato dalla collaborazione con Barbara Jatta, direttore dei Musei vaticani, e Paolo Di Buono, direttore dello Studio del mosaico vaticano.

di Fabrizio Peloni