Presentato il libro “Iniziare dai Molti”

Orizzonti di fraternità

 Orizzonti di fraternità  QUO-073
28 marzo 2023

«Abbiamo nelle nostre mani la responsabilità di uscire dai nostri recinti abituali. Non si tratta di andare nei diversi cortili. Dobbiamo, anzi, lasciare tutti i cortili per andare ovunque a costruire fraternità». Lo ha detto ieri pomeriggio monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo ii , alla presentazione a Roma del libro Iniziare dai Molti. Orizzonti del pensiero fraterno, curato dal teologo monsignor Pierangelo Sequeri (Lev, Città del Vaticano, 2022, pagine 233, euro 22). «Di fronte al pericolo incombente che l’umano possa realmente autodistruggersi, con il nucleare, con gli impatti sul clima, con le nuove tecnologie — ha spiegato monsignor Paglia — sentiamo urgente un’alleanza tra intellettuali del sapere religioso e intellettuali del sapere delle scienze». Proprio da questa alleanza nasce il volume, che fa seguito all’appello dal titolo “Salviamo la fraternità: insieme” e che scaturisce dalla riflessione sulle parole di Papa Francesco in occasione dei 25 anni della Pontificia Accademia per la vita.

Prendendo spunto dal libro, la presentazione ha fornito l’occasione per una conversazione a più voci, su alcuni temi centrali per la Chiesa di oggi, riassunti in tre concetti chiave: Chiesa in uscita, Fratelli tutti e Sinodo. Tra i relatori: il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, già presidente della Comece e relatore generale del Sinodo sulla sinodalità; il teologo monsignor Pierangelo Sequeri; l’economista Mariana Mazzucato, membro dell’Accademia per la vita (in collegamento da New York).

«La Chiesa deve fare un cambiamento di paradigma», ha affermato Hollerich. Significa rendersi conto che «siamo un prodotto del nostro tempo» e che la secolarizzazione della società avanza sempre di più, mentre «il cristianesimo diventa sempre più debole». Eppure «la gente è interessata al Vangelo e vuole una Chiesa che agisce come Gesù», ha osservato Hollerich, citando la parabola del Buon Samaritano. «Quando ci prendiamo cura di chiunque, sia ebreo o buddista, allora i giovani ci apprezzano. Anche con chi non ha religione dobbiamo ritrovare il terreno dell’umano». La sinodalità rappresenta «un modo di cambiare le cose»: in un mondo individualista, è l’opzione di una Chiesa che ascolta e poi si mette insieme.

L’economista Mazzucato, direttrice dell'Institute for Innovation and Public Purpose dell'University College a Londra, presso il centro di ricerca sull’innovazione Science Policy Research Unit, ha delineato i passi fondamentali per un cambiamento dell’economia, che vada verso una società più equa e fraterna. Cogliendo gli spunti offerti dall’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco, Mazzucato ha sottolineato l’importanza dell’«opzione preferenziale per i poveri», anche nelle scelte economiche, ricordando che nessuno nasce povero, ma che la povertà è il prodotto di un’economia che alimenta disuguaglianze. Contro la tendenza a «socializzare i rischi e a privatizzare i ricavi», va sviluppata «l’intelligenza collettiva» che è in grado di creare valore, il pensiero concreto di «come condividere i ricavi in maniera collettiva», con trasparenza e la consapevolezza della direzione che si vuole dare all’economia. «La soluzione è ridare dignità alle persone in un mondo pieno di disuguaglianze», ha ribadito l’economista.

Proseguendo nel tracciare “orizzonti del pensiero fraterno”, come da titolo del libro, il curatore, monsignor Sequeri, ha indicato il punto di partenza: «La teologia deve fare di tutto per convincere che non c’è un partito di Dio». In secondo luogo, per costruire la fraternità, bisognerebbe mostrare di essere felici di «abitare lo spazio religioso con i diversi da me». Dunque, la sfida per la Chiesa è proprio quella di «iniziare dai molti», scommettendo sulla sinodalità. «Si tratta di abitare la folla — ha concluso Sequeri —. Solo con i discepoli o solo con la folla, la Chiesa non si fa. Insieme, sì».

di Beatrice Guarrera