Il racconto

Dolcezza e fantasia
nella carità verso gli ultimi

 Dolcezza e fantasia nella carità verso gli ultimi  QUO-068
22 marzo 2023

«Anche i lupi più cattivi, con la dolcezza, possono trasformarsi in teneri agnelli». È da san Giovanni Bosco che prende spunto Gianluca Pedrali, professore dell’Istituto scolastico “Giovanni Falcone” di Palazzolo sull’Oglio, tra Brescia e Bergamo, nel percorso educativo per i “suoi” ragazzi. E «agli studenti glielo ripeto sempre» ha confidato stamane accompagnando all’udienza generale venti di loro con storie di disagio.

Sono stati tra i primi ad arrivare in piazza San Pietro per incontrare il Papa. Insieme al dirigente scolastico Maria Chiara Agosti e ad altri professori.

È stato un incontro ricco di emozioni «per questi giovani che — ha raccontato Pedrali — vivono situazioni pregresse di difficoltà». Tra loro c’è chi ha subito violenza, chi vive in comunità e ha un passato di droga, chi ha commesso qualche piccolo reato. C’è anche chi è stato tolto alla propria famiglia e affidato ad altri genitori. «Questi giovani sono un tesoro enorme, bisogna solamente trasmettere fiducia» ha aggiunto l’insegnante. E la scuola si pone proprio questo obiettivo, ha confermato la dirigente Agosti, «provando a essere famiglia: nelle aule cerchiamo di “preparare il terreno” e fornire a ciascuno una seconda possibilità, l’inizio di un nuovo percorso, anche attraverso la formazione per il mondo del lavoro».

Il circo allegro dei “Francesclaun”


Tra le tante iniziative «che la fantasia della carità rende possibile», Maria Grazia di Tullio e il congolese don Denis Kibangu Malonda, rispettivamente presidente e vice dell’associazione “Francescani nel mondo”, hanno presentato al Papa il circo allegro dei “Francesclaun”: un gruppo di clownterapia che porta avanti la sua missione «sulla scia di san Francesco “giullare di Dio”».

«Giochiamo e ridiamo con bambini e adulti anche negli ospedali, nelle sale di attesa delle carceri dove i piccoli aspettano di incontrare il genitore recluso, in una casa di riposo o in una piazza, per strada» ha spiegato la donna. Facendo notare come, soprattutto per le persone ricoverate, «il conforto e la vicinanza costituiscano un validissimo farmaco, per di più senza alcun effetto collaterale...».

L’associazione, che opera prettamente sul territorio del Lazio in attività di solidarietà e volontariato, è venuta a testimoniare al Papa, «con semplicità, la gioia nel servire il povero, l’ultimo, l’emarginato».

I foulard bianchi in ricordo di don Diana


Dopo aver ricevuto, ieri a Casal di Principe, la visita del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, sulla tomba di don Peppe Diana, in prima fila questa mattina sul sagrato in piazza San Pietro era presente Marisa, sorella del sacerdote ucciso nel 1994 dalla camorra. Aveva 35 anni ed era il giorno del suo onomastico, il 19 marzo: don Peppe venne colpito più volte al viso, nel corridoio che dalla sacrestia porta alla chiesa, mentre stava per iniziare la messa.

Accanto a Marisa, c’erano Mario Laganà, presidente emerito dell’Opera pellegrinaggi foulard bianchi, e alcuni membri del consiglio direttivo. L’associazione venne fondata il 27 aprile 1993 proprio da don Peppe, che ne fu anche il primo assistente ecclesiastico. A ricordarlo sono don Maurizio Stefanutti e Antonio Manuel Maresca, rispettivamente assistente ecclesiastico e direttore. Oggi l’Opera, hanno spiegato, «è impegnata nell’assistenza e nell’accompagnamento degli ammalati a Lourdes e in altri santuari mariani. In questi 30 anni abbiamo portato circa trentamila persone, tra malati e disabili, oltre che alla Grotta di Massabielle, anche a Fátima, Loreto e Pompei».

Volontariato in stile vincenziano


Erano circa 150, in piazza San Pietro, i delegati dell’Associazione internazionale della carità che, da martedì 21 a venerdì 24 marzo, sono riuniti a Frascati, nel Centro Giovanni xxiii, per l’assemblea internazionale sul tema: “Cittadini del mondo, in cammino uniti nella speranza”.

Fondata da san Vincenzo de’ Paoli in Francia nel 1617, l’associazione attualmente rappresenta una grande realtà del volontariato mondiale, con oltre centomila aderenti, nella maggioranza donne, operativi in 55 Paesi.

L’ospedale di Asiago e il coraggio di ripartire


«Il personale medico e sanitario dell’ospedale di Asiago ha avuto un’incredibile forza d’animo durante la pandemia»: così il direttore sanitario Antonio Di Caprio ha presentato al Pontefice la “sua” squadra.

Dal Papa, ha spiegato, sono venuti insieme a cercare «un incoraggiamento per questo periodo post-pandemico in cui occorre altrettanto coraggio nel ripartire». E anche per «ricevere una benedizione speciale» per la nuova struttura inaugurata nel 2021: «ripartire col sorriso e la gioia nel cuore» ha rilanciato don Federico, il cappellano dell’ospedale, che durante il periodo della pandemia girava per le corsie con con un libro di barzellette proprio per «donare un sorriso ai malati ricoverati in solitudine nelle corsie».

La partita tra ex campioni francesi e “Fratelli tutti”


Papa Francesco ha benedetto l’iniziativa della partita amichevole di calcio tra la squadra “Fratelli tutti” — composta da 18 sacerdoti e seminaristi dei diversi Collegi pontifici romani (la maggior parte sono africani) nello stile della Clericus cup — e il Variètès Club de France che mette insieme 30 ex calciatori francesi venuti a Roma, in pellegrinaggio con le loro famiglie.

Il match si gioca nel pomeriggio di oggi, alle 16.30, allo Stadio dei Marmi. Tra i numerosi protagonisti, Arsène Wenger, Vincent Candela, Christian Karembeu, Robert Pirès, Sidney Govou, Olivier Dacourt e Wilfried Mbappè.

A presentare al Papa l’iniziativa e i giocatori — le due squadre, prima dell’udienza, hanno partecipato alla messa nella basilica di San Pietro — è stato monsignor Emmanuel Gobilliard, vescovo di Digne, che collabora attivamente con Athletica Vaticana, la polisportiva della Santa Sede che ha reso possibile l’iniziativa con l’associazione “Sport e Salute”, in particolare nei progetti per le Olimpiadi di Parigi 2024, per le quali è incaricato da parte della Conferenza episcopale francese.

Gli sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini


A distanza di 36 anni sono tornati a sventolare e lanciare in aria le proprie bandiere davanti a un Papa. Sono gli sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini, che già nel 1987 si esibirono davanti a Giovanni Paolo ii.

Questa mattina, nell’attesa dell’arrivo del Pontefice, con indosso i costumi storici e accompagnati da trombe e tamburi, insieme ai capitani, sono stati l’attrazione principale in piazza. L’associazione è nata nel 1965 a Figline Valdarno su iniziativa del francescano padre Ermenegildo Zurlo.

La campana per dare voce ai “bambini mai nati”


Poco prima dell’inizio dell’udienza in piazza San Pietro, il Pontefice, fuori dall’Aula Paolo vi, ha benedetto e dato il primo rintocco alla grande campana denominata “Voice of the unborn” (La voce dei non nati). È stata realizzata su progetto della fondazione polacca “Sì alla vita”, di cui era presente una delegazione guidata dal vicepresidente Bogdan Romaniuk. Il gruppo era accompagnato da monsignor Alick Banda, arcivescovo di Lusaka, in Zambia, dove la campana sarà portata. Verrà collocata nella cattedrale di Gesù Bambino. L’iniziativa, ha affermato monsignor Banda, «fa parte di una serie di programmi promossi dalla stessa arcidiocesi, e sostenuti dalla Chiesa cattolica in Polonia, al fine di sensibilizzare maggiormente, grazie anche alla benedizione di Papa Francesco, la popolazione del Paese africano sul tema della difesa della vita, fin dal suo concepimento». 

di Fabrizio Peloni