Il vescovo di Roma nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale per la celebrazione penitenziale
Non un tribunale umano

«Un incontro di festa, che guarisce; non un tribunale umano di cui aver paura, ma un abbraccio divino da cui essere consolati»: ecco per Papa Francesco cosa “deve essere” il sacramento della Riconciliazione. Lo ha detto a chiare lettere ieri pomeriggio nella parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, dove si è recato per presiedere la liturgia penitenziale di apertura dell’iniziativa quaresimale “24 ore per il Signore” promossa dal Dicastero per l’Evangelizzazione. A quasi quattro anni di distanza — l’ultima volta era stata il 7 aprile 2019 a San Giulio Papa a Monteverde, poi era esplosa la pandemia di covid-19 — il vescovo di Roma è tornato in una comunità parrocchiale della “sua” diocesi per incontrane i fedeli e confessarne dieci. E all’omelia, incentrata sulle figure del fariseo e del pubblicano, ha esortato a fare «un esame di coscienza» perché le anime di entrambi «abitano dentro di noi. Non nascondiamoci dietro l’ipocrisia delle apparenze — ha raccomandato —, ma affidiamo con fiducia alla misericordia del Signore i nostri errori».