Le carmelitane scalze di Praga trasformano una fattoria in monastero

Dal centro alla periferia per essere più vicine alla gente

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17 marzo 2023

«Vivo è il Dio al cui servizio siamo»: queste parole del profeta Elia, il grande ispiratore dell’ordine carmelitano, sono state meditate spesso dalle monache in Repubblica Ceca. Tuttavia, il trasloco del 2020, dal centro di Praga al nuovo monastero di Drasty, un paese vicino, ha dato alle carmelitane scalze l’opportunità di sperimentarne la validità «in un modo incredibile». Sono state chiamate nella “periferia”, per citare le parole di Papa Francesco, dove, paradossalmente, sono «molto più vicine alla gente che nel centro della metropoli». «Ogni giorno possiamo percepire come Dio si prodiga per noi e come, in un luogo che sembrava “dimenticato da tutti”, si può testimoniare la vita contemplativa e anche invitare alla pienezza della vita». «La nostra è una storia spesso avventurosa, che stiamo ancora scrivendo», spiegano le suore. Di seguito il racconto di una consacrata, che vive oggi nel monastero di Drasty.

Siamo una comunità contemplativa di carmelitane scalze, che vive in regime di clausura; la nostra missione è la preghiera e la rinuncia per le intenzioni della Chiesa e per la salvezza di tutti gli uomini. La nostra comunità, il Carmelo di San Giuseppe a Praga, è stata fondata nel xvii secolo dalla serva di Dio madre Maria Eletta di Gesù, originaria di Terni e fondatrice dei monasteri di Vienna, Graz e Praga. Nel 2005 abbiamo deciso di cercare un luogo più adatto per vivere: infatti, nel nostro monastero a ridosso del castello di Praga disponevamo solo di un giardino piccolissimo, poiché l’edificio non era stato originariamente concepito per le claustrali; inoltre, in quella zona il rumore aumentava costantemente. Nel 2018 abbiamo acquistato una vecchia fattoria a Drasty, un paese vicino a Praga, dove ci siamo trasferite all’inizio del 2020 e abbiamo ceduto il nostro monastero di Praga ai nostri fratelli, i carmelitani scalzi. Così è iniziata la realizzazione di un nuovo centro spirituale a Drasty, che servirà in parte a noi come monastero e in parte sarà aperto al pubblico.

L’area della fattoria, che era stata confiscata alla Chiesa durante il regime comunista, è stata restituita solamente 25 anni dopo la “rivoluzione di velluto”. Stava andando in rovina ed erano in molti a pensare che non potesse più essere restaurata. Era come se qualcuno avesse deciso di trasformare quella che era stata un’azienda agricola in un’unica grande discarica, sulla quale poi è cresciuta vegetazione spontanea. Dopo avere ottenuto una dispensa dalla clausura papale per tutta la durata della realizzazione del progetto, dal 2018 — per risparmiare — abbiamo iniziato a recarci a Drasty per svolgere i primi lavori. All’inizio eravamo sole, ma poi san Giuseppe, al quale ci siamo sempre affidate quotidianamente, ha cominciato a mandarci molti generosi aiutanti. Dopo anni passati in un ambiente molto chiuso, con grande entusiasmo abbiamo ripreso il lavoro all’aperto. Guardando indietro, riconosciamo come Dio ci abbia miracolosamente rafforzate.

Nei primi mesi, la nostra attività principale è stata quella di raccogliere i rifiuti e caricarli sui container. Poi è arrivata la rimozione delle erbacce e delle infestanti legnose: decespugliatori e motoseghe sono stati attrezzature essenziali. In quel periodo, alcune sorelle hanno persino imparato a guidare un trattore o un escavatore Bobcat. Durante il trasloco abbiamo cercato di fare il più possibile da sole e con l’aiuto di volontari. E nuovamente c’è stato un intervento importante del Signore: dopo tutti i lavori preparatori, siamo riuscite a trasferirci a Drasty in quaranta giorni (un numero per noi altamente simbolico), con l’aiuto di Dio e di persone generose. I traslocatori professionisti sono stati necessari una sola volta e solo per alcuni mobili ingombranti. Sono stati giorni di grandissima, estenuante fatica, che tuttavia ci hanno unito e arricchito.

La fattoria continua a cambiare sotto i nostri occhi. Dopo l’intervento di un’impresa edile, ad esempio, la fatiscente “Casa del Fattore” è tornata ad essere un monumento culturale... Quella che ora si chiama la “Casa della Visitazione”, nel futuro dovrebbe accogliere gli ospiti: ci consentirà di offrire soggiorni a singoli, famiglie e gruppi, sia per il riposo che per vari programmi spirituali. Per il momento ci viviamo noi monache, almeno fino al completamento delle strutture indispensabili del nuovo monastero.

Dopo una lunga ricerca per la selezione di un’impresa edile, la costruzione del monastero è iniziata nell’autunno del 2021. L’edificio sarà composto dall’ex granaio e da tre nuove ali, compresa una cappella dedicata a Santa Teresa che sarà accessibile anche al pubblico. Alla fine del 2022, la costruzione grezza dell’intero quadrilatero era completa; ora i lavori si stanno concentrando sugli interni, anche se ci mancano i fondi per terminarli. Drasty è diventata la nostra casa, il luogo nel quale possiamo vivere in modo molto più naturale, a contatto con la natura e in una nuova intimità con Dio creatore, di cui abbiamo sperimentato quasi “tangibilmente” l’aiuto e la protezione. Quando il monastero sarà completato, l’ambiente favorirà ancor di più la preghiera conducendo alla pienezza di vita con Dio, ma noi già sentiamo fortemente la sua presenza, e così molti altri. Le persone di ogni estrazione che già vengono da noi, utilizzando il poco spazio che per il momento possiamo offrire loro, ci dicono spesso della pace e della gioia che sperimentano in questo luogo. Speriamo, perciò, che un domani Drasty riesca a irradiare vita all’intera aria circostante.

di suor Marie
 

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