Scritto a Procida nel 1848 da detenuti poi massacrati: ce ne parla Raffaella Salvemini

Un appello dall’ergastolo borbone «È necessario distruggere tante vite?»

 Un appello dall’ergastolo borbone «È necessario distruggere tante vite?»  QUO-059
11 marzo 2023
A strage finita, saltò fuori la prova che il re reclamava per giustificare il massacro. Un manifesto firmato “I condannati” era stato nascosto in una cella, con l’abilità meticolosa che sviluppa la vita da detenuto. Un appello dei reclusi al popolo di Napoli, divenuto, ormai, un testamento: quasi tutti quelli che l’avevano letto, forse addirittura scritto, contrabbandato di cella in cella una volta stampato non si sa come — forse sulla terraferma e ritornato dal mare — erano stati trucidati. Non c’erano più. “Regnicoli” o siciliani che fossero, detenuti comuni o cospiratori. Cancellati dalla storia dei reami. L’appello dei “condannati” di Procida, l’isola che doveva diventare la “regina delle carceri” nelle intenzioni reali, non arrivò mai al popolo di Napoli al quale era indirizzato come una supplica, ...

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