L’intervento di monsignor Caccia alla Commissione Onu sullo status delle donne

Per un’innovazione tecnologica inclusiva e paritaria

 Per un’innovazione tecnologica inclusiva e paritaria   QUO-059
11 marzo 2023

L’era digitale può essere uno strumento per le pari opportunità? La risposta è sì, come ribadito dall’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu intervenuto, nei giorni scorsi, alla 67° sessione della Commissione sullo status delle donne che proseguirà fino al 13 marzo sul tema “L’innovazione, il cambiamento tecnologico e l’educazione nell’era digitale per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze”.

In primo luogo, ricordando come in molti Paesi le donne siano considerate «cittadini di seconda classe», monsignor Caccia ha insistito sull’importanza di creare per loro «opportunità di apprendimento permanente», anche grazie alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic). Ciò significa «sradicare la povertà per raggiungere l’uguaglianza di donne e ragazze», «aumentare l’accesso alla tecnologia» per tutte loro e «garantire che i benefici del progresso tecnologico siano condivisi da tutti».

In secondo luogo, l’osservatore permanente ha evidenziato che «l’innovazione deve essere orientata al bene della persona», altrimenti rischia di danneggiarla. Nel caso del genere femminile, il riferimento è al crimine della tratta e della prostituzione che si basano sempre più sulle Tic. «La tecnologia ha anche aumentato il consumo di pornografia, anche da parte dei bambini», ha sottolineato l’arcivescovo, ribadendo che «la pornografia è immorale e dannosa; accettarla è incompatibile con il rispetto per le donne e le ragazze».

In terzo luogo, da monsignor Caccia è arrivato un monito per quanto riguarda la tutela del genere femminile sul lavoro: deplorando «le pressioni economiche e sociali» che spesso devono subire le donne in gravidanza, così come le «rischiose prestazioni di congelamento degli ovuli» offerte da alcune aziende o anche «la maternità surrogata», l’arcivescovo ha messo in guardia dalla mercificazione delle donne e dalle minacce contro «il valore e il rispetto che meritano».

Infine, l’osservatore permanente ha ribadito l’impegno della Santa Sede e della Chiesa cattolica per far sì che «gli sviluppi tecnologici includano e favoriscano le donne e le ragazze e assicurino il rispetto della loro dignità».