Per una politica più umana

A displaced Syrian child living in war-damaged buildings, are pictured in Syria's rebel-held ...
09 marzo 2023

Dal livello umanitario a quello politico il passo è breve. Ma solo se chi lo compie è animato dalla buona volontà. Parliamo della Siria: il devastante terremoto che ha travolto questo Paese e la vicina Turchia lo scorso 6 febbraio ha modificato in senso positivo gli accordi internazionali sugli aiuti umanitari, aprendo possibili e auspicabili scenari anche sul fronte politico. A sottolinearlo, l’inviato speciale delle Nazioni Unite nel Paese, Geir Pedersen: «A seguito del sisma — ha detto — abbiamo assistito a misure umanitarie adottate da tutte le parti che sono andate oltre le posizioni precedenti, anche se solo temporaneamente». Gli Stati Uniti e l’Unione europea, infatti, hanno alleggerito le sanzioni contro la Siria, mentre Damasco ha permesso all’Onu di aprire altri due valichi di frontiera per portare più aiuti. Tutti «progressi» che, fino a un mese fa, «non erano un’opzione», ha aggiunto Pedersen, auspicando quindi che «la stressa logica applicata sul fronte umanitario sia ora applicata a livello politico», così da permettere alla Siria di risollevarsi non solo dal sisma, ma anche da un decennale conflitto interno.

Ma cosa accadrebbe se il “modello siriano” venisse applicato in tutto il mondo? Ovvero, se la politica diventasse più umana? Quanti conflitti potrebbero avere fine, quante vite sarebbero risparmiate, quanti Paesi potrebbero vivere e svilupparsi in pace?